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L’allarme dell’Onu: “Con il piano di Israele si rischia Bantustan palestinese”

ROMA – “Una violazione della carta delle Nazioni Unite e della Convenzione di Ginevra”, assimilabile a un “apartheid del 21esimo secolo”: questo il parere di un gruppo di oltre 45 esperti di diritti umani interpellati dall’Onu sul piano di annessione di territori della Cisgiordania annunciato da Israele, che dovrebbe avere inizio dal primo luglio.

Nelle intenzioni del governo di Tel Aviv, parte della valle del fiume Giordano e 235 villaggi occupati dai coloni ebrei entreranno a far parte del territorio dello Stato di Israele: si tratta di circa un terzo dell’intera Cisgiordania.

Nel testo, redatto dai 47 esperti su richiesta del Consiglio dell’Onu per i diritti umani, si definisce il progetto “contrario alle regole fondamentali stabilite dal Consiglio di sicurezza e dall’Assemblea Generale, che definiscono inammissibili le annessioni di territori con la guerra o la forza”. Nel documento si evidenzia che il piano è stato condizionato dal sostegno all”American Peace to Prosperity Plan’ voluto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Con riferimento alle politiche di apartheid in vigore per oltre 30 anni in Sudafrica, gli esperti affermano che la mossa del governo di Benjamin Netanyahu finirà per dar vita a un “Bantustan palestinese”: “isole di terra sconnesse fra loro, circondate completamente da Israele e senza nessun confine territoriale col mondo esterno”.

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