Commercio Milano: “Il 48% delle imprese ancora senza Cig, il 65% chiede contributi a fondo perduto”

MILANO – A giugno, per il 48% delle imprese del terziario, nessun pagamento di cassa integrazione ai dipendenti. Un dato in miglioramento (era il 96% a fine aprile) ma per un’impresa su due, a tre mesi dall’inizio del lockdown per l’emergenza Covid-19, gli ammortizzatori sociali non sono ancora arrivati. Il dato emerge dalla nuova indagine di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza (risultati elaborati dall’Ufficio Studi) sulle risposte di 982 imprese per l’86% fino a 9 addetti e per tre quarti dell’area metropolitana di Milano.

I DATI DELL’INDAGINE

Il 16% ha invece sede a Monza Brianza, il 4% Lodi e il restante 5% in altri territori. Hanno in particolare risposto all’indagine le imprese della ristorazione (26%) e il dettaglio non alimentare (20%). Resta fortemente negativo il giudizio sugli aiuti previsti attraverso i vari provvedimenti governativi non ritenuti sufficienti dal 90% degli intervistati. Il 78% ha usufruito di un qualche sostegno: soprattutto gli indennizzi di 600 euro di marzo e di aprile (82 e 77%) mentre il 32% ha ottenuto un finanziamento bancario fino a 25mila euro. Il 65% delle imprese indica come prioritaria l’erogazione di contributi a fondo perduto, il 18% la riduzione del costo del lavoro e il 12% lo spostamento delle scadenze fiscali a fine anno. A più di un mese dall’avvio della “Fase 2” ha riaperto il 64% delle attività, il 21% non l’ha mai sospesa, ma il 15% delle imprese non ha ancora ripreso il lavoro. Fra chi non ha ripreso l’attività la maggioranza- il 51% prevede di aprire nei prossimi mesi, mentre il 49% non sa se potrà riaprire (37%) o se dovrà chiudere definitivamente (12%). Il 58% delle imprese che hanno riaperto lo ha fatto con l’organico completo.

Fatto 100 il numero di clienti di un giorno normale (senza Covid-19) nella prima settimana di giugno l’affluenza è stata del 70% per il dettaglio alimentare, del 54% per i servizi alle imprese, del 51% per distributori carburanti e ingrosso alimentare, del 47% per il commercio di autoveicoli,

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