La psicologa Papitto: “Il covid-19 è servito a riequilibrare i ruoli”

Maria Felice Pacitto propone una riflessione ‘fuori dal coro’ sui cambiamenti che l’emergenza sanitaria potrebbe contribuire ad innescare, tenendo conto di quanti uomini tra perdita del lavoro e cassa integrazione si ritroveranno a casa

ROMA – Sappiamo che in FASE 2 (dati Fondazione Studi Consulenti del lavoro) sono tornati a lavoro 4,4 milioni di persone, di cui solo 1,1 donne. Pubblichiamo la lettera di Maria Felice Pacitto, psicologa, psicoterapeuta e filosofa della mente che propone però una riflessione ‘fuori dal coro’ sui cambiamenti che l’emergenza sanitaria potrebbe contribuire ad innescare, tenendo conto di quanti uomini tra perdita del lavoro e cassa integrazione si ritroveranno a casa.

LA LETTERA DI MARIA FELICE PAPITTO 

Ho sempre detestato la retorica del femminile e del femminismo. Anche in occasione della pandemia si sono levate voci contro il rischio del recesso delle donne nell’ambito lavorativo, contro il fatto che non sono state sufficientemente inserite nella task force coronavirus (ma forse esse stesse non si sono proposte), si è detto che i paesi che hanno funzionato meglio in questa emergenza sono quelli governati dalle donne (ma forse perché i sistemi politici e gli ordinamenti funzionano meglio). Insomma, anche in questa occasione, si è sollevato tutto il repertorio pseudofemminista , usato spesso, diciamolo, come brand di posizionamento e visibilità. Tutto sommato non mi sembra che le donne se la passino troppo male qui da noi: la presidente della corte costituzionale è una donna, i livelli intermedi della magistratura appartengono alle donne, l’istruzione , dai vertici alla base, è in mano alle donne, negli istituti di ricerca posti di rilievo sono occupati da donne, e potrei fare altri esempi. Certo ci sono ancora lacune da colmare come ad esempio la differenza di retribuzione tra maschi e femmine che si riscontra in alcune aziende private. Ma tornando al covid-19, a me sembra che mai come in questa occasione sia stata resa pubblicamente giustizia, attraverso quotidiani, rotocalchi, interviste televisive, alle donne e al grande lavoro fatto in prima linea a contatto con i malati e,

 » Continua a leggere su DIRE.IT…