“Le diaspore sono il ponte ideale tra l’Italia e l’Africa; sono strategiche, nel nostro tempo di identità multiple, per sviluppare tutte le potenzialità del rapporto con questo continente di giovani”: a parlare con l’agenzia Dire è Raffaele Marchetti, prorettore per l’internazionalizzazione della Luiss Guido Carli.
L’occasione è l’apertura di un ciclo di webinar, appuntamenti e dibattiti online al via oggi con cadenza mensile, rivolti agli studenti internazionali e organizzato dall’università insieme con talenti e rappresentanti delle comunità di origine straniera. Si comincia con “Diaspora, knowledge and community” e si prosegue alternando temi di respiro globale a riflessioni che investono nello specifico l’Africa e i suoi rapporti con l’Europa e con l’Italia.
La premessa di Marchetti, ordinario di Relazioni internazionali al dipartimento di Scienze politiche e alla School of Government, è che “l’educazione cosmopolita è parte della mission” della Luiss. “Stiamo sviluppando questo percorso con inviti e partecipazioni dal Marocco al Ghana passando per New York, con manager e intellettuali provenienti da contesti e con radici differenti, come Ilham Kadri, ceo franco-marocchina del gruppo Solvay, o la scrittrice americana di origini indiane Nilanjana Sudeshna ‘Jhumpa’ Lahiri” dice il professore. “L’interazione con le diaspore nasce dalla consapevolezza di queste nostre identità multiple: è la presa d’atto di un dialogo che finora è mancato e che invece deve esserci”.
Una lacuna che si può colmare anche con incontri web, preparando possibilità e scenari del tempo post-pandemia. “Bisogna portare un po’ di Luiss nelle diaspore e un po’ di diaspore nella Luiss” dice il prorettore: “Non penso solo agli studenti ma anche ai docenti africani; bisogna puntare a un programma di socializzazione e di scambio che sia reciproco”.
Le parole chiave sono “cooperazione” e “condivisione delle conoscenze”, essenziali perché l’università possa consolidarsi come polo di riferimento e ispirazione in un mondo globale. Dove sostenibilità faccia rima con opportunità, avvicinando due continenti, sottolinea Marchetti: “Pensiamo alla rete con i licei e gli atenei ma anche alle imprese, quelle italiane che operano in Africa e quelle africane che possono avere un ruolo in partnership con l’Italia”.