Epatite C, con ‘Progetto Moon’ l’auspicio della ripresa dei trattamenti contro l’HCV

ROMA – Nell’anno del Nobel per la Medicina agli scienziati che scoprirono il virus HCV nel lontano 1989, si è purtroppo registrato un calo significativo dei pazienti avviati ai trattamenti in questo 2020.

I DATI AIFA SUI TRATTAMENTI DI ERADICAZIONE DELL’HCV E IL PROGETTO MOON – Sono 216.958, secondo i dati AIFA aggiornati al 14 dicembre, i pazienti affetti da Epatite C ‘avviati’ al trattamento per l’eradicazione del virus. Un numero importante, ma su cui è necessario operare una riflessione. Il 30 dicembre 2019, ultimo rilevamento dello scorso anno, erano 201.734. Il 2020 si chiuderà dunque con poco più di 15mila nuovi pazienti, peraltro in buona parte trattati nelle prime settimane dell’anno, prima che scoppiasse la pandemia, e nell’ultimo trimestre. Proprio in questi mesi autunnali si sono svolti una serie di webinar per il Progetto Moon di AbbVie: infettivologi, gastroenterologi e internisti a confronto per affrontare lo stallo e proporre nuove strategie per il 2021. Un ulteriore stimolo è giunto proprio nelle ultime settimane, a seguito della firma da parte del Ministro della Salute Roberto Speranza, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, del Decreto attuativo per lo screening nazionale gratuito per il virus dell’Epatite C attraverso l’impiego dei 71,5 milioni di euro stanziati con l’emendamento al Decreto Milleproroghe lo scorso febbraio.

Quando è iniziato il Progetto Moon, i trattamenti avviati (dati del 21 settembre) erano 213.052: l’incremento negli ultimi tre mesi dell’anno è stato di quasi 4mila unità, segno di una piccola ripresa, rallentata dalla seconda ondata del Covid-19, che però non è sufficiente per perseguire con adeguata convinzione l’obiettivo di eliminazione dell’Epatite C dal nostro Paese entro il 2030 come indicato dall’OMS. Il risultato resta ancora possibile, soprattutto grazie all’innovazione garantita dai nuovi farmaci antivirali ad azione diretta (DAA), che permettono di eradicare il virus in maniera definitiva, in sole 8 settimane e senza effetti collaterali. Ancora prima dei trattamenti, devono essere realizzati gli screening, fondamentali per scovare il “sommerso” di coloro che non sanno di aver contratto il virus, che si stima tra i 200 e i 300mila soggetti. Per questo i relatori hanno messo a disposizione le loro diverse esperienze al fine di suggerire modelli da replicare tra le diverse regioni.

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