Il regista, sceneggiatore, produttore cinematografico porta alla Festa del Cinema di Roma una serie antologica composta da cinque film, che ruotano attorno alla comunità caraibica di Londra
ROMA – Steve McQueen ha aperto la seconda giornata della 15esima edizione della Festa del Cinema di Roma, diretta da Antonio Monda. Il regista alla kermesse, in programma fino al 25 ottobre, per presentare ‘Small Axe‘ (lo stesso titolo del brano di Bob Marley del 1973) e ricevere il premio alla Carriera. Il regista, sceneggiatore, produttore cinematografico porta all’evento della Capitale una serie antologica composta da cinque film, che ruotano attorno alla comunità caraibica di Londra, ambientati tra il 1969 e il 1982. Cinque storie con protagonisti diversi ma accomunati dal tema della lotta al razzismo.
“Tutto questo ha avuto inizio undici anni fa, l’obiettivo è stato quello di portare sul grande schermo storie mai raccontate, ovvero quelle sulla comunità nera in Gran Bretagna, e in particolare a Londra dove sono cresciuto”, ha raccontato McQueen, durante la conferenza stampa, all’Auditorium Parco della Musica, di uno dei cinque film dal titolo ‘Red, White and Blue’. “Queste storie dovevano essere drammatizzate e visualizzate perché trattavano di questioni di attualità, di cultura e di politica e di come la comunità nera abbia contribuito alla cultura della Gran Bretagna. Durante gli undici anni di ricerche – ha continuato il regista – abbiamo scoperto una realtà ricchissima di storie del genere e mi sono chiesto ‘come è possibile che queste storie non siano note a tutti?’. Quindi, invece di fare una serie tradizionale su una singola persona o famiglia, ho deciso di fare cinque film per raccontare meglio e individualmente questo spaccato di realtà. Sento spesso dire che la televisione abbia la meglio sul cinema, io non credo che sia così. Il cinema ti dà la possibilità di esplorare storie del genere con l’attenzione che meritano“.
McQueen ha poi concluso: “So che sembra assurdo, ma io volevo fare questo film prima che tante persone morissero, tante della generazione dei miei genitori. Questa è stata la motivazione che mi ha spinto a fare questo. Molte persone della comunità nera sono morte senza aver visto le loro storie sul grande schermo“.