Mario Tartarone, direttore del Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale San Carlo di Nancy, spiega in una intervista all’agenzia Dire tutte le novità del sistema robotico Navio
ROMA – Arriva nella sala operatoria dell’ospedale San Carlo di Nancy di Roma un nuovo robot che supportera’ il chirurgo nell’impianto di protesi del ginocchio. E’ il sistema ‘Navio’ che permettera’ al nosocomio, che oggi e’ gia’ primo tra gli ospedali della Capitale per numero d’interventi di questo tipo e che mira ad essere l’unico riferimento per il centro e sud Italia, di eseguire entro la fine dell’anno ben 150 impianti. L’utilizzo di questa macchina produce un doppio vantaggio: all’esperto restituisce un gesto chirurgico preciso nella posizione dell’impianto di protesi e questo consente una riduzione nel paziente dei dolori post-intervento, un recupero veloce e migliora la propriocettivita’ ossia la fastidiosa sensazione di avere un ‘corpo estraneo’ nel ginocchio. Queste le novita’ del sistema robotico Navio, che Mario Tartarone, direttore del Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale San Carlo di Nancy, ha spiegato intervistato dall’agenzia Dire.
-L’innovazione e’ di casa al San Carlo di Nancy, perche’ dopo il robot da Vinci arriva in sala operatoria il sistema robotico Navio, sia per intervenire sull’artrosi che impiantare le protesi del ginocchio. Ci spiega l’importanza di questa novita’ e quali sono i vantaggi, tanto per il paziente che il chirurgo?
“Il sistema robotico Navio e’ un sistema semiautomatico costituito da un manipolo che e’ gestito direttamente dalla mano del chirurgo, ma controllato nei suoi gesti dal robot. Questo ci consente, al momento dell’atto operatorio, di essere estremamente precisi sia nella misurazione e quindi nell’impiantare le componenti protesiche nella misura piu’ corretta per quel singolo paziente e per quel ginocchio, sia di gestire il bilanciamento dei legamenti e ottenere dunque un movimento fisiologico ed anatomico per il paziente stesso. In questo modo si riesce a ripristinare l’anatomia dell’articolazione piu’ precisa e questo consente di conseguenza una maggiore durata della protesi stessa nel tempo diminuendo cosi’ il rischio di dover intervenire un’altra volta sullo stesso paziente”. -I problemi al ginocchio non sono cosi’ infrequenti e possono colpire i soggetti di tutte le eta’.
Quante protesi, monocompartimentali o totali,