ROMA – “La Societa’ italiana di pediatria (Sip) chiede l’introduzione dell’educazione sanitaria come materia d’insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado, dall’asilo alle medie superiori“, e’ l’appello che Alberto Villani, presidente della Sip, lancia dalle pagine di Pediatria, la rivista ufficiale della Societa’.
Nell’editoriale dal titolo ‘Non e’ mai troppo tardi’, Villani evidenzia che “basterebbero dalle 2 alle 6 ore al mese d’insegnamento da parte di pediatri e/o medici di sanita’ pubblica”, e scrive poi che la Sip sarebbe “disponibile alla condivisione dei programmi da svolgere- oltre che a fornire- le competenze scientifiche nel rispetto delle capacita’ di apprendimento delle diverse fasce di eta’”.
Il pediatra sottolinea come “formare dei cittadini preparati sui temi della sanita’ pubblica e personale renderebbe migliore la salute di tutti, faciliterebbe la sostenibilita’ del nostro Sistema sanitario nazionale (Ssn) e costituirebbe un significativo risparmio per le casse dello Stato. La scuola, come la sanita’- continua Villani- e’ stata abbandonata per decenni dalla politica (con la p minuscola), privata d’investimenti nell’edilizia scolastica (gran parte delle scuole risalgono a prima della nascita della Repubblica Italiana), erosa nel patrimonio umano docente e non docente con tagli irrazionali e scarsissimo ricambio del personale, ancoraggio a modalita’ didattiche non sempre in linea con i tempi”.
Perche’ quello che la pandemia ha messo in evidenza, secondo il presidente Sip sono “le carenze esistenti da decenni, gestite con sempre maggiore fatica dall’eroica dedizione dei dirigenti scolastici, dei docenti e di tutti coloro che con enormi sacrifici personali e senso delle istituzioni sono riusciti, nonostante tutto, a far si’ che la scuola italiana continuasse a mantenere livelli formativi adeguati”.
Nel suo accorato editoriale Villani sottolinea che “in un periodo emergenziale come quello che stiamo vivendo nel 2020, a causa del SARS-CoV-2, le criticita’ della scuola italiana sono affiorate in tutta la loro drammaticita’, con la stampa e la politica che sembrano solo ora accorgersi di tutte le carenze di un sistema in grado di sopravvivere nella normalita’,