AGI – Difficile immaginare che la decisione turca di restituire al culto islamico Santa Sofia a Istanbul restasse priva di conseguenze, nei rapporti con la Chiesa cattolica. Oggi Papa Francesco esprime il suo “profondo dolore” personale, a indicare la profondità della ferita inferta ad un dialogo ripreso da poco, dopo alti e bassi. Parole, quelle del Pontefice, che lasciano bene immaginare come la ricucitura sarà lenta e difficile, e probabilmente richiederà lunghi anni di paziente lavoro sotterraneo. A Santa Sofia Bergoglio si era fermato per una visita alla fine di novembre del 2014.
Quel giorno – il particolare è significativo – aveva scelto piuttosto la Moschea Blu per soffermarsi in adorazione a piedi scalzi davanti al mihrab, accanto al Gran Mufti’ di Istanbul Rahmi Yaran. Un gesto già compiuto anni prima da Ratzinger e con il quale si sottolineava, tra le altre cose, che il luogo di culto era quello, e non l’antica basilica bizanti