ROMA – L’emergenza Covid-19 ha cambiato radicalmente le nostre vite, modificando le tendenze di consumo e imponendo “nuove normalità” in termini di abitudini di lavoro, condivisione e socialità. Treatwell – il più grande portale in Europa per la prenotazione di trattamenti di bellezza e benessere – ha indagato come è mutata la mappa geografica delle due principali metropoli italiane sulla scia del Covid-19. Dall’analisi emerge che le città hanno subìto una inversione di tendenza, spostando l’attenzione e il fulcro delle attività lavorative e ricreative dal centro e dai quartieri.
“Business” verso zone più periferiche e residenziali , andando a ridisegnare la topografia della bellezza di Milano e Roma. Se prima della chiusura forzata di centri estetici, parrucchieri e spa le zone calde della bellezza rispecchiavano l’ubicazione di uffici, centri direzionali e aree centrali, il lockdown e la limitazione degli spostamenti hanno spinto gli utenti a preferire i servizi di prossimità, in linea con il nuovo trend che vede nella vita di quartiere un nuovo stimolo.
MILANO: “DA DUOMO A STADERA, LA BELLEZZA DIVENTA DI QUARTIERE”
La Lombardia è la regione che più delle altre è stata interessata dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria, imponendo agli esercenti la chiusura delle attività commerciali e spostando – per i più fortunati – il centro dell’attività lavorativa e ricreativa nel salotto di casa. Specialmente nel capoluogo meneghino, gli utenti hanno cambiato le proprie abitudini di prenotazione per quanto riguarda la bellezza, preferendo a quartieri fulcro degli scambi e della vita lavorativa come Centrale, zone più residenziali come Porta Romana o Porta Venezia, che tra fine maggio e inizio giugno si sono aggiudicate il podio dei quartieri in cui si sono concentrare le prenotazioni degli utenti. Se prima del lockdown, imposto a inizio marzo, le prenotazioni nei saloni presenti nel quartiere che prende il nome dall’omonima stazione erano al primo posto di tutta la città con una percentuale del 35%, alla riapertura di maggio il dato è crollato del 41,3% . A ulteriore conferma della tendenza dei “consumi di prossimità”,