STADIO IN CONCERTO, RACCOLGONO FONDI PER OSPEDALI
Dopo il videoclip “Voi come noi” girato durante il lockdown ( cantando insieme a medici e infermieri del Sant’Orsola di Bologna) sabato sera, il 27 giugno, gli Stadio canteranno sul tetto del padiglione 23 dello stesso Policlinico, in stile Beatles, per raccogliere fondi a sostegno degli ospedali di Bologna, Catania e Siracusa. un modo per esprimere gratitudine verso gli operatori sanitari che in questi mesi hanno lottato in prima linea contro il coronavirus.
“Sarà la nostra festa del ringraziamento, anche se non ci sarà il tacchino”, dice il leader della band Gaetano Curreri, questa mattina in conferenza stampa insieme alla direttrice del Sant’Orsola, Chiara Gibertoni. Il concerto durerà un’ora e sarà visibile in streaming sui profili Facebook della band e degli ospedali coinvolti (non è previsto pubblico dal vivo).
Durante lo show ci saranno anche collegamenti dai reparti, dove medici e infermieri faranno una loro esibizione. Previsti anche ospiti d’eccezione, sempre da remoto: Paolo Fresu, Noemi e Solis string quartet. “Sapendo che io da sempre voglio emulare i Beatles, la nostra manager ha avuto l’idea del concerto sul tetto- racconta Curreri- sembrava una follia e non è stato facile organizzarlo. Ma è un modo anche per girare la chiave e riaccendere il motore della musica, dire che si può tornare sul palco a suonare e far emozionare le persone”. Nella scaletta ci saranno i grandi successi degli Stadio, canzoni come “Disperato bisogno d’amore” o “Chiedi chi erano i Beatles”. E naturalmente, un omaggio a Dalla con “La cena dei miracoli”. Del resto, afferma Curreri, in questo concerto “ci vedo molto anche la mia cultura ‘dalliana’. Lui ci sarebbe stato di sicuro“.
L’idea del videoclip prima e del concerto poi “è nata in corsia- spiega Gibertoni- tra chi era tutti i giorni in trincea”, sull’onda dei video che nei mesi di lockdown venivano diffusi in rete dagli stessi operatori sanitari per stemperare il dramma del momento. Tra i promotori di questa iniziativa c’è l’ex direttore del Pronto soccorso, Mario Cavazza, che afferma: “Non siamo eroi, facciamo solo il nostro lavoro. Ma vero è che siamo gente tosta”. O, per dirla proprio con gli Stadio, una “generazione di fenomeni”.