Il coronavirus tra appelli, insulti e querele. È caos tra gli esperti

AGI – Il virus è più “buono” o no? Le misure precauzionali sono ancora utili o un orpello superfluo e ansiogeno? Gli asintomatici possono infettare? E la seconda ondata, in autunno, ci sarà? Le domande che tutti gli italiani si pongono sono al centro di una disfida dialettica tra esperti che non ha precedenti nella storia italiana.

Tra appelli e manifesti contrapposti, risposte piccate al limite dell’insulto, persino querele, il mondo scientifico è nel caos, in balia di un sistema mediatico che dà la fama, certo, ma rischia di stritolare. E così, mentre gli esperti “ufficiali”, cioè i componenti del Comitato tecnico-scientifico, non fanno conferenze stampa da un mese, scegliendo di uscire dal tritacarne e parlare solo con i report emessi periodicamente, gli altri “virologi”, che in realtà coprono numerose branche della medicina (dall’infettivologia alla pneumologia alla rianimazione) si sono divisi nettamente.

Il documento dei 10 scienziati

L’ultima querelle riguarda il documento firmato da 10 scienziati, esponenti tra i più in vista del fronte “degli ottimisti”, che in questa inedita disfida tra scienziati premono per un ritorno alla piena normalità. Da Matteo Bassetti a Massimo Clementi, da Giorgio

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