Covid-19, bollettini di morte e nessuno ha pensato ai bambini: ecco la comunicazione senza donne

ROMA – “Esiste una presenza ‘femminilmente’ caratterizzata, nella comunicazione cosi’ come nella politica? Esiste una leadership femminile e che cosa e’?”. Sono le domande rievocate dalla senatrice Paola Binetti all’inizio dell’incontro che si e’ tenuto ieri sera a Roma, a Villa delle Palme, sia in presenza che online, e che rientra nel percorso iniziato ormai da mesi attraverso il quale la senatrice, chiamando a raccolta donne di diversa formazione e impegno, sta mettendo sotto la lente quali siano le peculiarita’ di una leader. Al tavolo ieri sera diverse le donne che hanno portato la loro esperienza nel mondo della comunicazione e a fare da cornice l’emergenza sanitaria Covid19. Ha criticato, la senatrice “quei bollettini di guerra di ogni sera”, pensando a cosa lasciassero alle persone a casa, ai bambini e agli adolescenti. Se ci fosse stata una maggiore presenza di donne le cose sarebbero state dette in altro modo? E’ questo lo spunto che ha aperto il dibattito. Lorenza Lai, Rettrice Vicaria E-campus Universita’ e gia’ direttrice generale Rai, oggi docente di Filosofia della mente, ripercorrendo la sua carriera ha messo l’accento sul valore della “condivisione per andare avanti”, unita alla necessita’ per gli addetti ai lavori di “utilizzare un linguaggio chiaro, su argomenti sui quali si e’ realmente preparati e che arrivi a tutti”.

La Sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, ha ricordato la sua formazione di giornalista e in una panoramica sulla pandemia che l’ha vista impegnata in prima linea ha messo a fuoco le difficolta’ di una comunicazione che doveva unire severita’ di regole, “raccontare il dolore“, ma anche preoccuparsi delle emozioni di chi stava a casa. “Quando ho detto che i bambini – nel rispetto delle regole – potevano uscire non ci ho dormito una notte” ha ammesso, con il peso della responsabilita’ di dover tenere insieme, nello stesso messaggio, il necessario contenimento di un virus e i diritti dell’infanzia, “abbiamo documenti come la carta di Treviso” ha ricordato. “Non e’ che non abbia fatto caso- ha aggiunto – che fossi l’unica donna,

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