ROMA – Donne che si occupano di piu’ di faccende domestiche e figli, che lavorano in spazi meno adeguati degli uomini e con meno competenze tecnologiche, percependo un aumento del carico di lavoro e un livello di soddisfazione dell’esperienza lavorativa piu’ basso, specie in presenza di figli, e sperimentando piu’ emozioni negative e timore di dover rinunciare alle proprie ambizioni di carriera rispetto ai colleghi uomini. È il quadro che emerge dalla ricerca condotta dalla fondazione Libellula ‘Donne e uomini in quarantena: lavoro, benessere ed emozioni’ presentata stamattina con un webinar da Giorga Ortu La Barbera, responsabile scientifica della fondazione, e Annalisa Valsasina, responsabile dei progetti Libellula e dello studio.
LA RICERCA
All’indagine, lanciata con una survey nelle prime due settimane di maggio, hanno risposto 936 persone, la maggior parte: adulte (46,8% 30-44 anni; 37,8% 45-60); donne (82,8%); provenienti dalle regioni piu’ colpite dal Covid-19 (Lombardia 58,2%, Emilia Romagna 11,5%, Piemonte 9,5%); occupate a tempo pieno (71,7%) in quasi tutti i settori (con un ruolo impiegatizio prevalente nelle donne); con figli (52,4%); con un’adeguata connessione a internet (94%); e che hanno passato la quarantena in luoghi adeguati e ampi (85,5%). Se gli uomini durante il lockdown sono stati pronti fin da subito a lavorare a distanza con pc, tablet e smartphone (91,9%), le donne si sono organizzate per recuperare in un tempo successivo (77,4%).
Gli uomini, con un 83,9%, hanno dedicato maggior tempo al lavoro rispetto alle donne (74,7%), viceversa piu’ dedite alla casa (63,2% contro il 56,6% degli uomini). Il dato, pero’, aumenta nel momento in cui gli uomini vivono da soli, con un 76,5% che si e’ occupato delle faccende domestiche contro il 58,6% di quelli che vivono con una partner. Dati che possono essere interpretati attraverso la persistenza di uno stereotipo di genere che attribuisce alla donna il ruolo di responsabile della casa. Proprio in questo ambito le donne probabilmente hanno occupato molta parte del loro tempo libero, che per il 10,8% del campione e’ stato molto meno del solito,