Parole chiave Sip su gestione Covid: criticità, complessità, cronicità

Dopo lo “spartiacque storico” che è stato il Sars-cov-2, “la formazione deve concentrarsi sulla qualità, sulla specificità, sulla complessità”: la riflessione del presidente di Sip Alberto Villani

ROMA – Il Sars-Cov-2 è stato caratterizzato in questi mesi “per l’elevata contagiosità, la possibilità di causare una grave polmonite interstiziale acuta, la necessità di assistenza in terapia intensiva dei pazienti più gravi (Covid-19) per un periodo di 3-5 settimane in media, e per la letalità particolarmente elevata nell’età più avanzata. Nei pazienti più gravi, in particolare in quelli sopravvissuti alla malattia nella forma respiratoria, si stanno evidenziando degli esiti importanti, a esempio per la funzionalità respiratoria. Volendo schematizzare le principali e più importanti necessità assistenziali ‘indispensabili’ nella gestione dei pazienti Covid-19 potremmo fare riferimento alla capacità di un medico di sapere fronteggiare: la criticità (competenze intensive); la complessità (conoscenze cliniche qualificate e che consentano di gestire pazienti complessi e gravi. Solo avendo consuetudine con questa tipologia di pazienti si è poi in grado di gestirli); la cronicità (capacità di assistere pazienti avendo le competenze specifiche)”. Esordisce così Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatra (Sip), nell’editoriale a sua firma nel nuovo numero di giugno della rivista di Pediatria della Sip.

La Sip “da molto tempo ha sottolineato la necessità di formare i medici negli anni della specializzazione in Pediatria, in modo che abbiano le competenze che consentano loro di operare con professionalità e sicurezza nella gestione di un paziente critico, complesso e nei pazienti cronici. Il Sars-Cov-2 ha evidenziato l’eccezionale slancio di generosità dei medici italiani in occasione della richiesta di volontari da parte della Protezione Civile con oltre 8.000 candidature (lato positivo)- puntualizza l’esperto- ma anche la crudeltà della selezione in base alle competenze che ne ha identificati come idonei meno di 300 (lato negativo). I pediatri di domani devono avere la competenza e la professionalità che li rendano sempre idonei in tutte le situazioni assistenziali, di certo in quelle nelle quali la competenza è indispensabile e irrinunciabile per essere considerati degli specialisti: la formazione deve concentrarsi sulla qualità,

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