VIDEO | Violenza donne, a Napoli panchina rossa per ricordare Arianna Flagiello

La donna era morta lanciandosi dal balcone dopo i continui maltrattamenti subiti dal suo ex compagno, condannato in primo grado a 22 anni di reclusione per istigazione al suicidio

NAPOLI – “Questa panchina è dedicata a mia sorella e a tutte le donne che subiscono violenza che non hanno la forza di ribellarsi. Spero che tante persone passino, si siedano e capiscano l’importanza di ribellarsi perché da queste storie non ci si salva: non se ne esce vive, o se ci si riesce se ne esce distrutte”. Così Valentina Flagiello, sorella di Arianna che nell’agosto di 5 anni fa morì lanciandosi dal balcone della sua abitazione a Napoli a seguito dei continui maltrattamenti psicologici e fisici subiti dal suo ex compagno condannato in primo grado a 22 anni di reclusione per istigazione al suicidio.

“La sentenza di condanna a carico di Mario Perrotta – spiega alla Dire l’avvocata dell’associazione Salute Donna, costituitasi parte civile nel processo, Giovanna Cacciapuoti – può fare la storia, non tanto in fatto, quanto in diritto, perché per la prima volta è stata riconosciuta come circostanza aggravante di maltrattamenti l’ipotesi della morte ‘indotta’ alla vittima come scelta per sottrarsi alle violenze fisiche e psicologiche costanti perpetrate per anni”.

La cerimonia di inaugurazione della panchina rossa, installata a piazza Immacolata all’Arenella, ha visto la partecipazione della famiglia della vittima, delle assessore comunali alle Pari opportunità, Francesca Menna, e ai Giovani e ai Lavori pubblici, Alessandra Clemente, dell’assessore all’Arredo urbano Luigi Felaco, insieme al presidente della Municipalità 5, Paolo De Luca, e alla consigliera municipale Paola Del Giudice. Presenti anche il questore Alessandro Giuliano e il comandante provinciale dei carabinieri Canio Giuseppe La Gala.

La scelta di posizionare la panchina in “questo che è un luogo molto frequentato – sottolinea Menna alla Dire – può diventare una possibilità di riflessione per chi, soprattutto ragazzi, ci si siederà. Può essere un’occasione per chiedersi chi era questa donna e cosa le è successo e da lì iniziare a riflettere sulle tante espressioni,

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