ROMA – Al via oggi in Spagna il processo per l’assassinio di sei sacerdoti e professori universitari gesuiti noti come “i martiri della Uca”, uccisi da militari dell’esercito il 16 novembre del 1989 nel corso della guerra civile in El Salvador.
Secondo il gruppo di avvocati in difesa dei diritti umani del Centro Guernica para la Justicia Internacional, tra coloro che rappresenteranno le vittime in tribunale, il processo si celebra davanti la Audiencia Nacional di Madrid in due tappe: per due giorni questo mese e poi dall’otto al 16 luglio.
IL MANDANTE ED ESECUTORE
L’unico dei 17 militari salvadoregni accusati dell’eccidio dei professori della Universidad Centroamericana José Simeon Canas (Uca) che sarà presente al processo è l’ex colonello Inocente Montano, all’epoca dei fatti viceministro della Pubblica sicurezza. Per Montano, oggi 77enne, l’accusa ha chiesto 150 anni di carcere: esponente dell’organizzazione di estrema destra interna all’esercito regolare nota come La Tandona, è ritenuto uno dei mandanti ed esecutori del massacro.
I FATTI
Le vittime furono sacerdoti e professori dell’Uca, di cui cinque di nazionalità spagnola, e due loro collaboratori. I fatti risalgono agli anni della guerra civile del Paese centramericano: dal 1979 al 1992 il governo con sede a San Salvador istaurò un regime repressivo e portò avanti un conflitto con i guerriglieri del Frente Farabundo Martí para la Liberacion Nacional (Fmln). Sostenitori di politiche progressiste e vicini alla popolazione più vulnerabile, i sacerdoti e accademici gesuiti vennero considerati alleati dei guerriglieri e per questo uccisi.