ROMA – Uno studio degli endocrinologi dell’Università di Pisa dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana ha documentato il primo caso al mondo di tiroidite subacuta provocato dal Coronavirus su una giovane donna di 18 anni. Il lavoro è stato pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, rivista della Società americana di endocrinologia e riporta la firma, come primo autore Alessandro Brancatella, medico specialista in endocrinologia e dottorando di ricerca, insieme alla biologa Debora Ricci, agli specializzandi Nicola Viola e Daniele Sgrò, a Ferruccio Santini professore associato di endocrinologia e direttore dell’unità operativa Endocrinologia 1 e a Francesco Latrofa, professore associato di endocrinologia. A raccontare all’agenzia di stampa Dire l’importanza del lavoro e soprattutto della condivisione all’interno della comunità scientifica di questo caso, destinato a fare scuola, è Francesco Latrofa professore associato di endocrinologia presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Pisa.
– In questi mesi si e’ chiaramente parlato molto di infezione da covid mentre pochi conoscono la tiroidite subacuta, di cosa si tratta professore? E quali sono i trattamenti per questa patologia?
“La tiroidite subacuta è un’infezione della tiroide che si manifesta nel corso o immediatamente dopo aver contratto una infezione virale più spesso delle prime vie aeree. La patologia è stata associata a numerosi virus come i Coxsackie
e gli Echovirus ma mai in precedenza ai Coronavirus. I pazienti che ne sono affetti lamentano dolore nella regione tiroidea irradiato fino agli angoli delle mandibole. Dagli esami di laboratorio emerge un aumento degli indici d’infiammazione degli ormoni tiroidei circolanti mentre dall’ecografia si evidenzia una tiroide disomogenea. Il trattamento con antifiammatori tiroidei permette una risoluzione più rapida del quadro clinico. A seguito del processo distruttivo alcuni pazienti, dopo la distruzione della fase tiroidea dovuta all’eccesso di ormoni tiroidei circolanti, vanno incontro ad un ipotiroidismo transitorio o in alcuni casi permanente”.
– Il vostro studio appena pubblicato sulla rivista americana documenta il primo caso al mondo di insorgenza di tiroidite a seguito di infezione da Covid. Ci racconta i passaggi dall’osservazione clinica del paziente alla stesura del vostro lavoro? E l’importanza della condivisione all’interno della comunita’ scientifica per identificare altri casi?
“Abbiamo di recente pubblicato questo caso di tiroidite subacuta a seguito d’infezione da Sars-Cov 2 che è stato pubblicato Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism,