ROMA – Migliaia di persone a Hong Kong hanno sfidato il divieto a manifestare per commemorare i 31 anni dal massacro di piazza Tienanmen, in Cina, e hanno sfilato tra le strade della metropoli per tornare a chiedere maggiore indipendenza dalla Cina e riforme democratiche. A Victoria Park, i dimostranti hanno anche osservato il minuto di silenzio in memoria delle vittime del 4 giugno 1989.
Quest’anno, per la prima volta, le autorita’ di Hong Kong hanno vietato i cortei, motivando la decisione con la necessita’ di evitare gli assembramenti per scongiurare la diffusione del Covid-19. Stando a fonti di stampa concordanti, 3.000 agenti in tenuta anti-sommossa sono stati dispiegati nella metropoli per far rispettare il divieto di manifestare.
Muniti di cartelli e mascherine, i dimostranti hanno sfilato cercando di mantenere le distanze di sicurezza, convinti che il divieto sia un modo per imbavagliare il movimento anti-cinese. “Hong Kong rappresenta l’ultimo faro della liberta’ sul territorio cinese” ha twittato il partito di opposizione Demosisto, che da tempo chiede le dimissioni del governo di Hong Kong, accusato di essere filo-cinese e di perseguitare i propri cittadini. Secondo il movimento, “la legge sulla sicurezza nazionale non riguarda solo i cittadini di Hong Kong ma anche tutte le organizzazioni per i diritti umani con sede in citta’”.
Questo anniversario arriva in un momento particolare per la societa’ civile: a partire da giugno 2019 si sono susseguite manifestazioni contro il governo della regione autonoma per protestare contro una legge sulle estradizioni, che presto sono divenute occasione per chiedere maggiori liberta’ democratiche. Piu’ di recente, i partiti di opposizione e i movimenti della societa’ civile sono tornati a far sentire la propria voce dopo che Pechino ha approvato una nuova legge sulla sicurezza nazionale che, secondo i difensori dei diritti umani, limiterebbe la liberta’ di espressione e di manifestare.
Ogni anno a Hong Kong si commemora il massacro dei manifestanti di piazza Tienanmen, quando l’esercito interveni’ per porre fine a settimane di proteste a Pechino a cui stavano partecipando migliaia studenti,