Report del Consiglio Grande e Generale del 2 giugno – seduta pomeriggio

Il dibattito nella seduta mattutina del Consiglio Grande e Generale ruota attorno al progetto di legge di iniziativa popolare per l’internalizzazione di Poste Spa nella pubblica amministrazione. “Il costo dei dipendenti – spiega il Segretario di Stato Federico Pedini Amati – è quello che impatta maggiormente sul bilancio di Poste. E’ vero che i dipendenti sono passati da 126 a 104, però questo non ha determinato le mancate perdite che ci portiamo dietro negli anni. Quello che serve è rilanciare l’attività di Poste e quindi il fatturato”. Quindi il Segretario mette sul tavolo alcune ipotesi per il futuro di Poste. Ad esempio “aumento del fatturato mediante l’implementazione di servizi” come quelli legati all’e-commerce o la lettura dei contatori. “Poi c’è l’ipotesi dell’accorpamento di Poste con l’Ufficio Filatelico” a cui si aggiunge quella di “riorganizzazione degli uffici periferici”. Per William Casali (Pdcs) occorre puntare sul settore “dell’e-commerce, che è cresciuto enormemente e per il quale si stanno definendo scenari interessanti”. Emanuele Santi (Rete) apre alla possibilità “di dare ai postini l’appalto per fare la telelettura. Questo porterebbe a un ricavo di quasi 300mila euro”. “Se cerchiamo di collegarci con un ente come Poste italiano o con un vettore privato – creando non dico un monopolio ma dei canali privilegiati – allora forse riusciremmo ad avere la possibilità di contenere i costi” è il commento di Gian Nicola Berti (Npr). Gian Matteo Zeppa (Rete) manda però un avvertimento. “La pubblica amministrazione non può essere l’agnello sacrificale, piuttosto sono i manager a dover iniziare a rendere conto, come avviene nel privato. Partire dall’assunto che il problema sia il costo del personale mi dà un po’ fastidio”. Per Giuseppe Maria Morganti (Libera) “il servizio postale” non può più continuare ad essere scisso da quello “Filatelico”. Andrea Zafferani (Rf) chiede di “coinvolgere e responsabilizzare” il management”. Prima però “mi aspetterei di ricevere questi piani industriali, questi business plan, e da qui riuscire a fare le valutazioni politiche”. Spazio quindi alle repliche del Segretario di Stato Pedini Amati. “Non ho fatto un rilievo critico sui dipendenti ma ho solo fornito un dato – precisa -.

 » Continua a leggere su DIRE.IT…