La domanda che poneva più spesso agli interlocutori nelle sue memorabili interviste era “Cos’è per lei la morte?”. E chi seguiva la rubrica tenuta sul Messaggero fino a pochi mesi fa non poteva non notare come Roberto Gervaso, giunto all’ultimo capitolo di una vita intensissima, insistesse sempre più sul tema della fine, con la stessa malinconica leggerezza con la quale ironizzava sulla rinuncia ai piaceri al quale lo avevano costretto la salute e l’eta.
Il desiderio e la morte, eros e thanatos, sembravano le due principali ossessioni del giornalista e scrittore, nato a Roma ma adottato da Torino, spentosi oggi a Milano a 82 anni. Il suo grande amore era invece la storia, passione che riversò in una produzione libraria sterminata e di grande successo popolare. Collaborò anche alla monumentale, e vendutissima, “Storia d’Italia” di Indro Montanelli, sot