ROMA – “Sono molto tesa quando entro per la prima volta nell’aula della Camera. Sento gli sguardi degli uomini su di me. Cerco di osservare gli altri per liberarmi dal senso di disagio”. A raccontare del suo primo ingresso in aula e’ Bianca Bianchi, tra le 21 Madri Costituenti che domani saranno omaggiate dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi) con una rosa rossa che verra’ deposta sulla loro tomba. Alla cerimonia di Vicchio, in provincia di Firenze, dove e’ sepolta l’insegnante e scrittrice toscana, esponente del Psiup-Partito socialista italiano di unita’ proletaria, ci sara’ anche Vania Bagni, responsabile del Coordinamento Donne Anpi nazionale, che, come spiega in un’intervista all’agenzia di stampa Dire, ha scelto la lettura di questa pagina sull’ingresso in aula di Bianca Bianchi perche’ rappresenta bene quell’abitudine “a guardarci intorno” tipicamente femminile, in cui “ci possiamo riconoscere tutte noi”. Sara’ il binomio donne-Costituzione a caratterizzare quest’anno la celebrazione del 74esimo anniversario della festa della Repubblica, preceduto da una maratona social di articoli della Carta Costituzionale proposti sulle pagine di Anpi negli scorsi giorni, a ricordare come, ha sottolineato la presidente Carla Nespolo, per risolvere l’attuale crisi causata dalla pandemia sia “fondamentale e imprescindibile attuare pienamente la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza”.
“Noi riteniamo che per rispondere adeguatamente alle difficolta’ che stanno emergendo in questo momento sia necessario prendere in mano la Carta Costituzionale e darle attuazione, perche’ la’ ci sono tutti i principi e i presupposti per rispondere in modo adeguato con azioni concrete al superamento delle difficolta’, per l’esercizio dell’uguaglianza e dei diritti- spiega alla Dire Vania Bagni- Pensiamo che la Carta Costituzionale sia la garanzia e lo strumento per poter agire questo cambiamento, quello che abbiamo definito, nel corso del nostro 25 aprile, la rinascita di questo Paese”.
Un contributo “dirimente” alla sua stesura, osserva Bagni, e’ stato apportato proprio dalle 21 donne elette all’Assemblea Costituente insediata il 25 giugno 1946 con Giuseppe Saragat alla presidenza, “perche’ e’ grazie a loro che sono stati scritti nella nostra Costituzione i principi di parita’”,