ROMA – Il governo dello Zimbabwe ha convocato l’ambasciatore americano in segno di protesta per dichiarazioni rilasciate a Washington dal consigliere per la sicurezza nazionale Robert O’Brien su un ruolo di Harare nell’alimentare disordini e “caos” negli Stati Uniti.
In un’intervista con l’emittente Abc il dirigente aveva parlato di “avversari” degli Stati Uniti che avrebbero tratto vantaggio dalle manifestazioni innescate dall’uccisione del cittadino afroamericano George Floyd dopo il suo arresto a Minneapolis. Tra i Paesi indicati come ostili la Cina e lo Zimbabwe.
Nick Mangwana, dirigente del governo di Harare responsabile per l’Informazione, ha sottolineato che “lo Zimbabwe non si considera un avversario” degli Stati Uniti. “Preferiamo avere amici e alleati – ha aggiunto in un messaggio diffuso sui social network – piuttosto che inutili ostilita’ con altri Paesi, Stati Uniti compresi”.
Dal 2002 il governo di Harare e’ colpito da sanzioni americane. Washington ha parallelamente piu’ volte denunciato una crescente influenza di Pechino sulla politica dello Zimbabwe. Il mese scorso, d’altra parte, gli Stati Uniti hanno rimosso due banche di Harare dalla lista degli enti sottoposti alle sanzioni.