Pasqualetti (Unisalesiana): “L’uomo controlli l’intelligenza artificiale”

ROMA – ‘Intelligenza Artificiale: per una governance umana. Prospettive educative e sociali’ è il titolo del convegno che l’università Pontificia Salesiana di Roma sta organizzando per le giornate del 25 e 26 settembre con l’obiettivo di discutere di come la tecnologia e la scienza stanno trasformando la vita dell’uomo. Fabio Pasqualetti, decano della facoltà di Scienze della comunicazione dell’università Pontificia Salesiana, ha spiegato alla Dire da dove è nato l’interesse per questo ambito di ricerca.

“L’anno scorso abbiamo fatto un primo convegno che era più di carattere esplorativo e conoscitivo volto a capire in generale che cos’è l’intelligenza artificiale nei suoi vari settori e nelle sue applicazioni- ha dichiarato Pasqualetti- quest’anno era partita proprio coinvolgendo tutte le realtà possibili di università pontificie e non, i settori aziendali e i centri di ricerca, poi l’esperienza Covid-19 ci ha impedito di ritrovarci e di ragionare insieme anche se siamo riusciti a farlo ugualmente in altri modi. Adesso stiamo cercando di mettere insieme questo programma che vuole approfondire questi tre ambiti: la governance, l’educazione e la società perché crediamo che racchiudano tanti altri ambiti che sono importanti e che caratterizzano la realtà della nostra società umana”.

La tecnologia e la scienza stanno trasformando la vita dell’uomo in una maniera talmente rapida “che, spesso, chi riflette, come noi, da un punto di vista umanistico, teologico e filosofico rimane spesso spiazzato- ha dichiarato Pasqualetti- I motivi sono principalmente due: il primo è perché non conosciamo molto il campo; il secondo è perché anche dall’altra parte molto spesso si rendono conto che avrebbero bisogno di un dialogo di una riflessione congiunta e da qui il nostro interesse”.
Uno degli aspetti più delicati quando si parla di Intelligenza artificiale è sicuramente l’aspetto etico “molte volte chi lavora nel campo è molto preso dall’entusiasmo ad esempio del particolare, ma non vede poi tutte le ricadute e le conseguenze a livello più globale. Un mio carissimo amico chirurgo dice che chi opera un cervello non sta operando una microfrazione di quello specifico organo,

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