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Report del Consiglio Grande e Generale del 22 maggio – seduta del mattino

I lavori del Consiglio Grande e Generale ripartono dall’esame dell’articolato del Decreto – Legge n.67 del 3 maggio 2020: “Interventi in ambito di lavoro e pensioni a supporto dell’emergenza economica causata dal Covid-19”. Ad accendere la discussione è anzitutto l’articolo 2, con le opposizioni che sollevano dubbi sulla penalità del 15% per il datore di lavoro che non ottemperi all’obbligo al pagamento dell’indennità di integrazione salariale (non applicabile nel caso in cui non vi sia la disponibilità su conti correnti personali o aziendali) e sulla procedura per la verifica dell’insussistanza della disponibilità tramite verifica bancaria in deroga alle norme sulla riservatezza. “Abbiamo ritenuto di far prevalare il concetto politico rispetto a quello giuridico – afferma il Segretario di Stato Teodoro Lonfernini – per tutelare maggiormente i lavoratori in una situazione emergenziale”. Su quest’ultimo punto, in particolar, dopo alcuni minuti di sospensione, maggioranza e opposizione riescono a trovare la quadra attraverso una modifica – precisa Alessandro Scarano (Pdcs) – che va “a tutelare il principio dell’autonomia perfetta”.

Toni accesi anche sull’Articolo 3 (“Misure straordinarie a tutela dell’occupazione interna”), con Libera e Rf che chiedono l’abrogazione di una norma che va verso “il superamento della liberalizzazione del mercato del lavoro”. Nicola Renzi (Rf) parla di “revanscismo e revisionismo”. “Questa è una visione assolutamente illiberale” aggiunge. “Non possiamo tollerare il fatto che a casa stiano 1.200 sammarinesi” replica il Segretario di Stato Teodoro Lonfernini il quale invita Renzi a “venire a guardare negli occhi i sammarinesi licenziati”. “Se essere illiberale vorrà dire una tutela maggiore nei confronti delle famiglie sammarinesi – conclude – allora sarò illiberale”. “Non mi stupisce che una forza conservatrice voglia tornare al passato, al controllo dei dipendenti da parte del Congresso di Stato” afferma Rossano Fabbri (Libera). Giuseppe Maria Morganti (Libera) ricorda che “quella norma ha dato la possibilità di essere assunti senza passare attraverso le forche caudine della Commissione lavoro”. “Il diritto al lavoro – è la posizione di Andrea Zafferani (Rf) – si garantisce non ponendo obblighi alle imprese ma creando un sistema che permetta loro di investire sul territorio e creare occupazione”.

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