Incursione delle ‘Femministe col ciclo’ al Decathlon di via Appia, a Roma

ROMA – Terza ‘incursione’ delle ‘Femministe col ciclo’ per le strade di Roma. Dopo la prima pedalata di solidarietà con destinazione la Casa delle Donne ‘Lucha y Siesta’ e la seconda di denuncia al palazzo del Coni contro le gaffe sessiste del presidente di Federciclismo, Cordiano Dagnoni, oggi è la volta di Decathlon, finito nel mirino del gruppo di cicloattiviste femministe per le scelte di comunicazione sulle taglie degli indumenti della multinazionale di articoli sportivi, giudicate sessiste.

‘Voi non lo direte a nessuno, noi lo diremo a tutti’. Che cosa? ‘Che le misure contano’, si legge sui cartelli lasciati davanti al punto vendita di via Appia, che rispondono alla comunicazione di Decathlon in cui “si fa riferimento ad un concetto di standard e ad una difformità rispetto allo standard”. Nella scelta di un due pezzi, infatti, alle donne viene posto il seguente quesito: ‘La tua morfologia. Davanti allo specchio diresti che hai…(promesso rimane tra noi): i fianchi piuttosto larghi, una morfologia piuttosto uniforme, una pancia piuttosto arrotondata’. “Si fa riferimento a questa difformità come un inconfessabile segreto per la donna, quasi se ne debba vergognare di non avere la stessa corporatura di una modella di Sports Illustrated– denunciano in una nota stampa le cicloattiviste- E Decathlon Italia corrobora questo messaggio, diretto solo alle donne, proponendosi come confidente di questo segreto, di questo fatto da tacere. Questa visione già di per sé discutibile di norma e difformità del corpo, diventa una posizione chiaramente sessista perché riguarda solo il corpo delle donne”.

“Da potenziali clienti di Dacathlon Italia riteniamo grave il fatto di impostare una comunicazione sulla scelta delle taglie in questo modo– aggiungono- Riteniamo inoltre che l’azienda dovrebbe concentrarsi maggiormente su un’offerta di taglie e misure che soddisfi anche le esigenze delle donne minute o delle donne robuste o molto alte, anziché fare sentire le minute o le robuste o le alte ‘affette’ da un problema di cui vergognarsi”.

“Sugli indumenti sportivi, specie per quelli da ciclismo,

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