AGI Il sei aprile 2009, alle ore 3.32 la terra tremò e una violentissima serie di scosse, la più forte di magnitudo di 6,3, devastò L’Aquila e molte aree della provincia. Fu solo l’inizio di una grande tragedia. Per molti mesi la terra non ebbe pace. Le macerie e il dolore, vennero accompagnati per mesi da eventi sismici senza fine.
Oggi, come ogni 6 aprile, è il giorno del ricordo. A 12 anni dal terremoto in Abruzzo, la pandemia ha impedito, per la seconda volta consecutiva, la tradizionale fiaccolata della memoria. La sostituiscono le fiammelle delle candele poste sui davanzali delle abitazioni, non solo a L’Aquila ma in tutta Italia per unire il dolore e il ricordo per le 309 vittime del sisma alle più recenti perdite dovute al Covid: 160 solo nel capoluogo abruzzese dall’inizio dell’emergenza sanitaria.
Il fascio di luce azzurra di sei fari proiettato verso l’alto e l’accensione del braciere sono diventati i nuovi segni distintivi della commemorazione, cui si sono aggi