Stuppia (Univ. Chieti): “In Abruzzo variante inglese nel 70% dei contagi”

“Necessaria attenzione anche in estate. Sulla sudafricana e la brasiliana problemi con il vaccino sembra ce ne siano. Se arrivano e colpiscono i vaccinati laddove si accertasse la scarsa efficacia, saremmo di fronte ad un grosso problema”

CHIETI – In Abruzzo “la variante inglese ha preso ormai quasi completamente il sopravvento e la riscontriamo su ben più del 70% dei casi in Abruzzo come ormai sappiamo, ma il vero dato, quello importante, è che in quel 30% restante ad oggi non c’è riscontro di altre varianti. Il grosso interrogativo che ci ponevamo era proprio questo: se quel 30% fosse riferibile al vecchio ceppo oppure no. Fortunatamente, ad oggi, non c’è presenza di sudafricana, né di brasiliana il cui unico caso è stato isolato. È un dato importante perché sappiamo che sulla variante inglese il vaccino è efficace, mentre sembrerebbe non essere così per le altre varianti del Covid”. Lo ha detto il direttore di Genetica molecolare dell’università di Chieti, Liborio Stuppia, intervistato dall’agenzia Dire.

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– Professore si è sempre detto che la variante inglese non è più aggressiva del ceppo originario, eppure continuiamo a vedere giovani ammalarsi, anche gravemente. È davvero solo più infettiva, o è anche più aggressiva? In quest’ultimo caso, il fatto che sia inverno può giustificarne la maggiore aggressività?

“Questo non lo so. È chiaro che di inverno i virus stanno meglio che in estate. Qualche dato inizia a rilevare che probabilmente la variante inglese possa essere più aggressiva. In realtà già da settembre-ottobre, proprio sui giovani, abbiamo iniziato a rilevare cariche virali molto più alte rispetto a quello che vedevamo l’anno scorso, cioè a quando abbiamo iniziato ad eseguire i primi studi sul virus. I giovani sono spesso asintomatici e questo porta ad una maggiore diffusione. Possono quindi avere una carica virale più forte e sopportarla meglio. Questo è quello che crediamo, tenendo conto almeno della nostra analisi”.

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