ROMA – “Continuare ad asciugare la comunicazione da personalismi e tatticismi, garantendo un’informazione istituzionale, corretta nei passaggi, necessaria e comprensibile ai cittadini“. È Valeria Calicchio, portavoce del ministro dei Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, confermata con il Governo Draghi al suo precedente incarico nella comunicazione,
che, in un’intervista all’agenzia Dire, ha spiegato come intende portare avanti la sua missione professionale. Laureata in Scienze della Comunicazione, giornalista professionista, con una lunga
esperienza che è partita dal Campidoglio, fino ad arrivare al Parlamento e al primo governo Conte.
“In un momento difficile e inaspettato come quello della pandemia, abbiamo capito quanto fossero importanti chiarezza e trasparenza, per arrivare ad un’informazione necessaria. Difatti, sin dall’inizio- ha spiegato- la comunicazione è stata molto istituzionale con l’ obiettivo di accompagnare il Paese alle informazioni utili per affrontare la pandemia. Tuttavia la comunicazione non è cambiata. Dpcm, il lavoro delle Camere, il rapporto tra Governo e Parlamento, la necessità di chiarire tutti i passaggi in maniera corretta e trasparente…. Continueremo in questa direzione per uscire definitivamente dalla pandemia. In un momento così grave si deve soddisfare il bisogno
di sapere tutto quello che c’è da sapere“, quindi, “asciugare da personalismi e valorizzare il lavoro di raccordo tra Governo e Parlamento”.
Errori o migliorie? “È un periodo nuovo per tutti– ha aggiunto Calicchio- sono stati fatti anche degli errori, ma probabilmente in buona fede. Ora abbiamo l’esperienza di un anno, cerchiamo di non far trapelare notizie sbagliate e di puntare alla veridicità di tutti i passaggi. Responsabili, corretti, disponibili in un rapporto pulito con la stampa e con i giornalisti, questo è l’obiettivo. Ci troviamo in un Governo tecnico in cui tutti i partiti dovrebbero aver messo da parte le loro aspirazioni, quindi si cerca, nel nostro ruolo, di lavorare anche nella mediazione. Sicuramente no a fuga di notizie o peggio notizie sbagliate, ma informazioni più verificate”. E sulle ‘cosidette quote rosa‘ anche nella comunicazione istituzionale: “Troppo trionfalismo, prendo le distanze– ha risposto la portavoce di D’Incà- non è cambiato nulla.