ROMA – “Ricevo molti attacchi da PD, Leu e soprattutto Cinque Stelle che, strumentalizzando una tragedia come quella dell’uccisione del giornalista saudita Khashoggi, mi invitano a chiarire rispetto alla mia partecipazione all’evento ‘Neo-Renaissance’ di Riyad, la quarta edizione di quella che viene chiamata la ‘Davos del Deserto’, alla quale partecipano regolarmente moltissimi leader della finanza e della politica provenienti da tutto il mondo. ‘Sorprende il silenzio di Renzi’, dicono all’unisono. Peccato che di questa vicenda io abbia già parlato in molti giornali e tv: dal ‘Corriere della Sera’ a ‘la Repubblica’, da ‘Carta Bianca’ a ‘l’Aria che Tira’. E all’estero abbia risposto alle domande della BBC, di SkyNews, di Channel4, di ‘Le Monde’, di ‘El Pais’, del ‘Die Zeit’, del ‘Financial Times’. E questo loro lo chiamano silenzio?”. Matteo Renzi lo scrive sulla sua enews.
“Se c’è una cosa che mi caratterizza è che io non scappo mai davanti ai problemi. E sono abituato a metterci la faccia”. Renzi, leader di Italia viva, ribatte così alle polemiche legate alla sua partecipazione all’evento ‘Neo-Renaissance’ di Riyad e alle rivelazioni circa la responsabilità di Mohammad bin Salman nell’omicidio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi.
“SONO UNITI CONTRO UN AVVERSARIO, ME”
“Sono, del resto, felice perché in queste settimane, dopo la fine dell’esperienza del Governo Conte (l’ex premier, peraltro, ha ripreso a insegnare proprio a Firenze, auguri sinceri di buon lavoro), i Cinque Stelle, il PD e persino LeU sono dilaniati da polemiche interne- afferma Renzi- Litigano su tutto, a cominciare dai posti al governo. Sono davvero felice di essere uno dei rari motivi di unità: si ricompattano solo per sparare a zero su di me“. Io, prosegue Renzi, “non ho difficoltà a raccontare dove vado e cosa faccio: sono eventi pubblici registrati su YouTube, sono iniziative sulle quali pago le tasse, rispondo delle mie idee e delle mie azioni ovunque. Se serve sono sempre disponibile a parlare di politica estera in tutti i luoghi, con chiunque, sapendo che la strada per difendere i diritti umani è una strada difficile ma da combattere ovunque.