ROMA – “Ci sono studi, come quello israeliano, che indicano che a due dosi corrisponde un risultato ottimale per il sistema immunitario, altri studi dicono diversamente. La protezione con due dosi, è pur vero, si approssima al 95% con Pfizer e Moderna, quindi una protezione quasi completa dalla malattia. Tuttavia il razionale di vaccinare con una sola dose significa proteggere più individui nella popolazione: proteggo un po’ meno il singolo ma proteggo l’insieme, dando così una maggiore immunità alla popolazione. Direi che se ci sono le dosi è meglio vaccinare con due dosi, tenendo però anche conto delle differenti opzioni sul tavolo”. Così Giovanni Rezza, direttore della prevenzione del ministero della Salute, a margine della conferenza stampa sul consueto monitoraggio epidemiologico a proposito della possibilità di fare un’unica dose, come nel Regno Unito, per proteggere più persone. “Per quanto riguarda lo Sputinik V – prosegue Rezza – da un articolo pubblicato su Lancet, emerge una protezione molto elevata garantita dal vaccino russo messo a punto dal Gamaleya Institute. L’Ungheria lo ha opzionato subito, così l’Austria. Tuttavia per prendere questo vaccino bisogna passare per il vaglio dell’Ema, per quanto possa essere un ottimo vaccino, anzi ritengo che più vaccini ci siano e meglio è. Il problema che abbiamo è dovuto però al fatto che l’Ema dovrebbe richiedere alle autorità russe un dossier conforme agli standard occidentali e fare delle ‘site visit’ per ispezionare i siti di produzione russi, nel rispetto delle regole delle agenzie regolatorie europee”, ha concluso Rezza.
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REZZA: “TENDENZA AL PEGGIORAMENTO, APPROCCIO SIA ‘CONTIENI E VACCINA’“
“In termini generali c’è una certa tendenza al peggioramento ma è ancora poco visibile: all’interno delle Regioni, anche gialle, come il Lazio, per esempio, dove ci sono zone rosse e cluster relativamente limitati geograficamente ma che rappresentano motivo di preoccupazione, questo è dovuto a nuove varianti che corrono indubbiamente di più. Non posso non esprimere, da epidemiologo, una certa preoccupazione: bisogna intervenire tempestivamente e anche duramente. Il nostro motto deve essere ‘contieni e vaccina’, cercando di mitigare la diffusione della variante inglese”.
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