Franceschini annuncia: cinema e teatri aperti dal 27 marzo in zona gialla

ROMA – “Il confronto con il Cts e le integrazioni ai protocolli di sicurezza potranno consentire, in zona gialla, la riapertura di teatri e cinema dal 27 marzo, Giornata mondiale del teatro, e l’accesso ai musei su prenotazione anche nei weekend”. Lo annuncia su Twitter il ministro della Cultura, Dario Franceschini.

CNA-UECI: I CINEMA NON SONO NELLE CONDIZIONI DI RIAPRIRE

“La data ipotizzata del 27 marzo (la festa del teatro), sta diventando una data simbolica se non anacronistica poiché la morsa dei contagi non consentirà un allenamento, anzi quasi sicuramente vedrà un peggioramento sulla mobilità e non solo. Tenendo conto delle situazioni e delle decisioni che si stanno vagliando in merito alla ripresa delle attività cinematografiche, anche considerando il peggioramento della situazione della curva pandemia, è inopportuno e dannoso aprire a macchia di leopardo. Le continue dichiarazioni dei politici corrono il rischio di arrecare molti danni ai cittadini e alle imprese. Per quanto ci riguarda, i cinema non sono nelle condizioni di riaprire a fine marzo così come sta cercando di fare il ministro Franceschini”. È quanto si legge in una nota della Cna-Ueci.

“Cinema, teatri e musei furono chiusi per decreto il 26 di ottobre, incomprensibilmente. Infatti, quelle strutture, non solo avevano applicato rigorosamente i protocolli sanitari, ma erano anche stati capaci di farli rispettare al pubblico. Tutti lo hanno riconosciuto. A distanza di oltre quattro mesi dall’ultima chiusura- si legge nella nota- il Paese affronta la terza ondata del virus, precipitando in una situazione sanitaria nuovamente drammatica. Con quale stato d’animo le imprese possono guardare a una quasi imminente riapertura così come dichiara di voler fare il ministro Franceschini? Vogliamo essere molto chiari. Riaprire a fine marzo, messo che le condizioni sanitarie possano favorire questa ipotesi, potrebbe significare la chiusura per sempre di centinaia e centinaia di cinema. Riaprire per poi morire non è una semplice ipotesi. È una certezza. È utile ricordare che nel periodo in cui i cinema rimasero aperti, le perdite furono ingenti, quasi dell’80% e i ristori,

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