AGI. – Sono diversi, oltre al numero esiguo (su 2000 previste ne sono state attivate solo 46), i problemi delle Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale), le ‘squadre’ di medici a domicilio create con decreto ministeriale a marzo come una sorta di avamposto ‘casalingo’ che avrebbe dovuto limitare l’accesso agli ospedali.
“Uno dei principali – spiega all’AGI Alessandra Poma, 29enne guardia medica a Bergamo – è che non si capiscono i criteri in base ai quali devono intervenire”.
“Troppa discrezionalità su quando attivarle”
Alla giovane dottoressa, come agli altri