MILANO – “A febbraio in Lombardia servivano 5.000 infermieri. Oggi per rispondere all’emergenza sanitaria dovremmo averne quasi il doppio“. A lanciare l’allarme e’ Donato Cosi, segretario territoriale per Monza e Brianza del sindacato degli infermieri (Nursind). La carenza degli operatori sanitari e’ un problema strutturale.
“Hanno tagliato il personale anno dopo anno. Questo e’ il risultato“, commenta Cosi. I concorsi sono stati bloccati per molto tempo. E i laureati, ora che la domanda e’ cresciuta, non sono abbastanza. In alcune realta’ lombarde c’e’ un solo infermiere per 12 o 15 pazienti (il rapporto ideale e’ 1 ogni 6). Proprio a causa di queste difficolta’, quando e’ scoppiata la pandemia, gli ospedali si sono trovati in forte sofferenza e hanno dovuto assumere nuovo personale.
“Hanno fatto contratti a tempo determinato, di 3 mesi. Molti erano co.co.co”, specifica Cosi. Per i sindacati e’ mancata e sta continuando a mancare una programmazione a lungo termine: “Dopo 3 mesi, la maggior parte degli infermieri sono stati rimandati a casa. Hanno voluto risparmiare. Dovevano rinnovarli in previsione della seconda ondata”, denuncia Mimma Sternativo, segretario generale di Fials Milano.
Anche adesso molti dei bandi messi a disposizione delle aziende sanitarie prevedono contratti a tempo determinato. “Non so quanti saranno disposti ad accettare. Gli infermieri sono stanchi e non vogliono essere presi in giro“, continua Sternativo.
In pochi, infatti, sono stati chiamati per ricoprire incarichi a tempo indeterminato: “Hanno utilizzato le vecchie graduatorie in funzione, ma molti degli infermieri inseriti nelle liste stavano gia’ lavorando presso altre aziende e non erano disponibili da subito. La Regione si e’ mossa troppo tardi. Le aziende hanno iniziato a cercare personale da meta’ settembre”, evidenzia Cosi.
Regione Lombardia smentisce. L’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, dichiara di aver fatto il possibile per implementare l’organico: “1.760 a tempo indeterminato a fronte di 1.496 cessazioni” e “2.000 in piu’ (di cui la maggior parte ancora in servizio) per l’emergenza Covid-19”. Fino ad ora, quindi, gli infermieri ingaggiati stabilmente sono stati 264.
Per Sternativo, sono numeri irrisori che, “sono serviti a coprire il turnover e non a fare davvero la differenza“. Anche perche’ adesso, con l’introduzione della figura del medico di famiglia,