(AGI) – Un cantante di strada intona “La ballata del Miché” dell’immancabile De André, accanto al dehors di un locale al porto Antico di Genova: la sua voce si sente chiara e profonda, nonostante lo spazio sia molto ampio e i locali siano aperti. Nessun brusio o chiacchiericcio è tanto forte da sovrastare le sue note, perché nei locali non c’è il classico pienone da sabato sera. Ai tavoli dei primi tre ristoranti che si incontrano nell’area più “turistica” di Genova, sono sedute intorno alle 21 non più di 70 persone in tutto.
E’ il primo weekend con le zone “coprifuoco” di Genova attive. Sono quattro: due in centro storico, una nell’area di Certosa e un’altra in quella di Sampierdarena. In queste aree, il Comune ha ordinato lo stop alla circolazione delle persone dalle 21 sino alle 6 del mattino, a meno che queste non debbano raggiungere un locale, per stare al suo interno, o un’abitazione, con l’obiettivo di contenere il contagio da coronavirus. Alle spalle del “turistico” porto Antico si apre il dedalo di vicoli: è lì che l’ordinanza ha già cambiato in poche ore il volto della “movida” citta