Nigeria, il reporter di Lagos: “Cittadini nel mirino dell’esercito”

ROMA – “A Lagos le tensioni stanno degenerando, la gente ha paura e nessuno si sente più al sicuro. Le forze di polizia attaccano e minacciano manifestanti e gente comune, ma anche alcuni gruppi di facinorosi stanno creando problemi. Le istituzioni devono fare qualcosa: se la casa va a fuoco, non si può stare fermi e guardarla bruciare”. Innocent è un giornalista residente a Lagos e, per ragioni di sicurezza, chiede che non sia citato il suo cognome. L’agenzia Dire lo ha raggiunto all’indomani di scontri nella capitale economica della Nigeria che hanno causato vittime tra i civili. Alcune fonti, non confermate dal governo, hanno riferito di una ventina di morti e oltre 50 feriti. Ma anche Innocent ieri “ha sentito colpi d’arma da fuoco” vicino casa sua.

LEGGI ANCHE: VIDEO | Nigeria, a Lagos spari sui manifestanti: vittime e accuse

Da settimane in Nigeria tanti cittadini scendono in strada al motto ‘Revolution now‘ e ‘End Sars‘ per invocare una riforma nelle forze di sicurezza, accusate di brutalità e abusi, nonché le dimissioni del governo del presidente Muhammadu Buhari, ritenuto corrotto e incapace di rispondere ai problemi del Paese.

“Gli incidenti stanno proseguendo” riferisce il cronista, che condivide foto e video della stazione dei pullman di Oyingbo, data alle fiamme dai dimostranti, ma anche di una colonna di persone costretta dai militari a camminare a testa bassa, le mani dietro la testa.

“Le violenze provengono da entrambe le parti – continua Innocent – ma quelle di polizia ed esercito preoccupano di più perché sono state quelle a scatenare gli scontri“.

Secondo il giornalista, il malcontento nasce anche dal fatto che agenti e militari avrebbero spesso estorto denaro alle persone sfruttando le nuove app di trasferimento rapido di denaro. “Fermano le persone per strada e le obbligano a inviare loro soldi, minacciando di picchiarle o arrestarle”, dice Innocent, spiegando che si tratta di “una vecchia pratica e tutti lo sanno, ma le istituzioni non sono mai intervenute”.

 » Continua a leggere su DIRE.IT…