ROMA – Negli ultimi anni si è aperta in medicina la possibilità che il microbiota, la comunità di batteri che vive costantemente con noi, possa influenzare la comparsa e l’evoluzione di varie patologie dell’uomo. Molte evidenze supportano questa ipotesi in vari settori della medicina, dalla gastroenterologia passando per la cardiologia, arrivando all’endocrinologia. Ultimamente anche gli oftalmologi hanno iniziato a riflettere a fondo su questo tema e la letteratura medica inizia a produrre ricerca in tale senso. Se n’è discusso nel corso dell’XI Congresso nazionale dell’Associazione Italiana dei Medici Oculisti, che si è svolto a Roma lo scorso 16 e 17 ottobre, durante una sessione organizzata dal dottor Alberto Lanfernini e dalla dottoressa Paola Bonci.
“Se sarà possibile in futuro diagnosticare alcune malattie oculari anche tramite l’esame dei microbiota oculare e intestinale? Su questa materia siamo ancora all’anno ‘zero’– ha detto il dottor Lanfernini- ci vorranno numerosi studi ancora per confermare queste ipotesi, ma le evidenze potrebbero iniziare a suggerire questo. Senz’altro il tema è fortemente innovativo in oculistica, quasi una frontiera inesplorata, in cui ci si comincia ad affacciare”. Il microbiota, hanno intanto spiegato gli esperti, è definito come la ‘popolazione di microrganismi che colonizza un luogo’ e viene assunto dall’uomo durante il parto e risulta in parte modificabile durante la crescita.
Durante la sessione congressuale si è parlato in particolare del microbiota intestinale e di come questo sia “concausa di patologie e squilibri in vari organi”, ponendo l’accento sui meccanismi fisiopatologici di questa correlazione “basata sulla produzione di citochine e altri mediatori infiammatori sistemici che vanno a colpire a distanza strutture bersaglio”.
Ha quindi proseguito il dottor Lanfernini: “Il MALT (il tessuto linfoide associato alle mucose) è il sistema immunitario delle mucose, compresa quella congiuntivale: in questa ottica è comprensibile che ogni condizione di disregolazione immunitaria coinvolga anche gli occhi“. La relazione si è poi indirizzata sulle possibili indagini di laboratorio utili per inquadrare gli squilibri, necessarie per capire dove intervenire per “ripristinare l’omeostasi intestinale e delle mucose in generale. La dieta è una variabile fondamentale per prendersi cura del microbiota intestinale– ha aggiunto Lanfernini- e i probiotici hanno effetto riequilibratore in caso ci siano deviazioni dalla norma, condizione chiamata disbiosi”.