Coronavirus, la Lombardia al Governo: “Stop a tutto dalle 23 alle 5”

A partire da giovedì. Secondo le previsioni, al 31 ottobre potrebbero esserci circa 600 ricoverati in terapia intensiva

ROMA –  Stop alle attività in Lombardia dalle 23 alle 5 del mattino a partire da giovedì prossimo, 22 ottobre. È la proposta che, all’unanimità, i sindaci di tutti i Comuni capoluogo della Lombardia, il presidente dell’Anci, Mauro Guerra, i capigruppo di maggioranza e di opposizione e il governatore Attilio Fontana, preso atto di quanto rappresentato dal Comitato Tecnico Scientifico lombardo, chiederanno di condividere al Governo, nella persona del ministro della Salute, Roberto Speranza, per fronteggiare la diffusione del virus. È l’esito di tre ore di confronto teso tra i sindaci dei capoluoghi lombardi, il governatore Attilio Fontana e il Comitato tecnico scientifico. Il Cts ha espresso tutte le sue preoccupazioni per l’aumento dei contagi, arrivando a suggerire forti restrizioni, come la chiusura degli spazi pubblici alle 21 e dei bar alle 18, il potenziamento dei controlli per verificare l’utilizzo delle mascherine sia all’aperto sia al chiuso e la creazione di percorsi di accesso preferenziale ai test rapidi antigienici. Tutte le parti intervenute nella riunione di oggi, hanno condiviso l’opportunità della chiusura, nelle giornate di sabato e domenica, della media e grande distribuzione commerciale, tranne che per gli esercizi di generi alimentari e di prima necessità. Sul vertice hanno pesato anche le previsioni drammatiche della ‘Commissione indicatori’ istituita dalla DG Welfare, secondo cui, al 31 ottobre, potrebbero esserci circa 600 ricoverati in terapia intensiva e fino a 4.000 in terapia non intensiva. Inoltre, il Cts ha consigliato di invitare la popolazione a evitare di lasciare il proprio domicilio dopo le 21, salvo per motivi di lavoro. 

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