Tg Ambiente, edizione del 29 settembre 2020

– AIRBUS PUNTA A PRODURRE AEREI A IDROGENO PER 2035

Airbus punta a realizzare un aereo a idrogeno entro il 2035, una svolta per il trasporto aereo e le relative emissioni. Il gruppo aeronautico franco-tedesco ha svelato tre progetti per il primo aereo commerciale al mondo a emissioni zero. Nome in codice ‘ZEROe’, si basano sull’idrogeno come fonte di energia primaria, un’opzione che Airbus ritiene rappresenti “una promessa eccezionale come carburante pulito per l’aviazione”. I tre prototipi riguardano un modello transcontinentale, uno per il corto e uno per il medio raggio, da 100 a 200 passeggeri. Gli aeroporti richiederanno importanti infrastrutture di trasporto e rifornimento di idrogeno ma “è un momento storico per il settore dell’aviazione commerciale” e “intendiamo svolgere un ruolo di primo piano nella transizione più importante che questo settore abbia mai visto”, commenta Guillaume Faury, CEO di Airbus.

– COPERNICUS, FINO IN EUROPA FUMO INCENDI CALIFORNIA

Gli scienziati del servizio di monitoraggio atmosferico di Copernicus hanno scoperto che il fumo prodotto dai devastanti incendi in corso in California e in altre regioni degli Stati Uniti occidentali nelle ultime settimane si è spinto su vaste aree del Nord America e ha raggiunto anche il nostro continente. Gli incendi sono significativamente più intensi della media 2003-2019 e l’enorme quantità di fumo che hanno prodotto ha viaggiato fino a 8mila chilometri di distanza raggiungendo il Nord Europa. “La portata e l’entità di questi incendi sono a un livello molto più alto che in uno qualsiasi dei 18 anni coperti dai nostri dati di monitoraggio, dal 2003”, dice Mark Parrington, capo scienziato del Copernicus Atmosphere Monitoring Service, esperto di incendi.

– CLIMA, CAMPI SOTT’ACQUA, 9 COMUNI SU 1O A RISCHIO

Aziende agricole travolte da acqua e fango nell’agro nocerino sarnese, dove il maltempo ha sradicato piante, divelto serre e distrutto le produzioni in campo da Pagani a San Marzano, da Scafati a Sarno. Così il monitoraggio della Coldiretti sugli effetti dell’ultima perturbazione di settembre che ha colpito duramente un territorio fragile con frane e smottamenti.

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