ROMA – “Alice e Giulia, le mie figlie, si sono salvate da sole, torneranno a casa da me tra un paio di giorni. Quando lo hanno saputo eravamo insieme, la piu’ piccola ha pianto per un’ora per terra, non c’era modo di calmarla. Era un pianto di liberazione. Si sono salvate perche’ hanno continuato a scrivere post, a mandare e-mail, a parlare di quello che succedeva nelle comunita’. Sono orgogliosa di loro, ma trovo raccapricciante ed estremamente preoccupante che il sistema si sia mosso solo perche’ due ragazzine che parlano sono scomode, mentre per tutti gli altri quel sistema continuera’ ad andare avanti nella stessa maniera. Come puo’ difendersi un bambino di 5 anni?”. Nella voce di Anna (il nome e’ di fantasia, ndr) c’e’ felicita’, ma anche tanta rabbia. Felicita’ per quel provvedimento atteso e giunto lo scorso 17 settembre dal Tribunale civile di Torino, che riporta le sue figlie Alice e Giulia (i nomi sono di fantasia, ndr), 15 e 14 anni, a casa da lei, dopo che a meta’ luglio le due sorelline di Torino erano state mandate in una casa famiglia per la quarantena e poi il 4 agosto separate in due distinte comunita’. Rabbia per “lo sforzo, il dolore immenso, il lavoro” che le sue ragazze sono state costrette a fare per poter tornare a una vita normale, con la loro mamma. Sono infatti Alice e Giulia che coi loro smartphone, mai consegnati alle strutture a cui erano state destinate, hanno lanciato richieste di aiuto sui social, inviato lettere a politici, giornalisti, psicologi, fotografato e raccolto testimonianze e prove di cosa accadeva in quelle comunita’. “Ho registrazioni di parole, pronunciate dalla responsabile di una delle due strutture, che hanno rilevanza penale- fa sapere Anna- Le ragazze vogliono parlarne al mondo intero, stare in comunita’ le ha scioccate”.
LA STORIA DI ALICE E GIULIA
L’escalation giudiziaria che porta Alice e Giulia ad essere allontanate dalla mamma inizia “a dicembre dello scorso anno- racconta Anna all’Agenzia di stampa Dire- È stato emanato dal Tribunale di Torino un primo provvedimento che,