Due audio inviati ad amici su Whatsapp e finiti su web e social inguaiano Luciano Romanella, candidato per il consiglio comunale di Fermo, con la Lega. Ma lui non ritratta
ANCONA – “È stata fatta una vigliaccata contro di me. Ma non mi scuso perché parlavo in libertà con un amico privatamente e le mie parole non vanno intese in senso dispregiativo o razzista”. Luciano Romanella, ex assessore comunale di Fermo oggi candidato per il consiglio comunale con la Lega a sostegno di Lorenzo Giacobbi, è salito alla ribalta nazionale per un audio inviato ad un amico su WhatsApp e che poi è girato in varie chat finendo per arrivare sui media nazionali.
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TRA I SUOI ELETTORI “IVORIANI E PROSTITUTE”
Nell’audio Romanella ha usato parole piuttosto colorite per definire il suo elettorato costituito anche da ivoriani e prostitute. “Era un messaggio per un amico- spiega alla Dire Romanella-. Se tutti i messaggi audio scambiati tra amici su WhatsApp venissero pubblicati che succederebbe? Il primo a cui l’ho inviato è un mio sostenitore che poi per darmi una mano ha voluto inoltrarlo ad altri amici fino a quando non è arrivato nelle mani di qualche carogna che ha voluto fare speculazione politica“.
Ma, avverte Romanella, “ci penserò martedì, partiranno delle querele. Un gesto da infame. Si tratta sicuramente di avversari politici dato che ci sono le comunali a Fermo ed io per due tornate elettorali sono stato il più votato dell’intero consiglio comunale”. Romanella però non intende ritrarre quello che ha detto.
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“NON SONO RAZZISTA, SONO STATO FRAINTESO”
“Non mi scuso perché sono stato frainteso- continua Romanella-. Io non parlo di ivoriani e prostitute in senso dispregiativo, anzi io sono a favore degli immigrati che si sono integrati tanto che se queste persone possono votarmi è perché hanno ottenuto la cittadinanza e sono a tutti gli effetti italiani.