Al Festival della Bellezza parlano solo i maschi? Il contro evento serve solo ad avere elemosina

ROMA – Le femministe hanno deciso di organizzare un contro evento del Festival della Bellezza che animerà le notti di Verona fino al 19 settembre. Lo realizzeranno rivendicando per le donne il legittimo riconoscimento a parlare come relatrici di arte, eros, sesso e bellezza, denunciando la cattiva prassi del Festival che non ha garantito la equa rappresentanza di genere. Non sorprende affatto che questo accada. E’ andata così per le task force governative, figuriamoci il resto. Ma la gentile concessione di ‘aggiungere un posto a tavola’ ci soddisfa? E siamo sicure che serva a qualcosa replicare con una barricata di antico sapore? Per avere al massimo, l’anno prossimo, la quota rosa o la riserva indiana obbligatoria di qualche panel. Qui la battaglia è di potere e non basta la piazza. Incontrare con urgenza gli organizzatori, le accademie della cultura coinvolte, scrivere alle Istituzioni, presentare un regolare esposto su una violazione della legge – costituzionale- altro che quota di genere. E poi disertare. Lasciare vuote le arene. Non accettare di restare dietro a un muro a convincere la pubblica opinione di poter parlare degli stessi temi di cui parlano gli uomini. O semplicemente che esistiamo e abbiamo studiato. E’ un’immagine feudale che non può rappresentarci più. 

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