ROMA – “Durante il lockdown sono state sospese tutte le attivita’ mediche non urgenti, ma ora e’ necessario ricominciare a screenare tutta la popolazione, anche quella dei tossicodipendenti, facendo test rapidi salivari”. Lo ha detto il dottor Vincenzo Lamartora, direttore del Dipartimento dipendenze patologiche della ASL Napoli 2 – Nord, intervenendo al corso di formazione ECM dal titolo ‘Buone prassi e networking nella gestione dell’epatite C in soggetti con disturbo da addiction, al tempo del Coronavirus’, organizzato a Pozzuoli dal provider Letscom E3 con il contributo non condizionante di AbbVie. L’evento, che apre il calendario dei 17 corsi previsti sul territorio nazionale, rientra nell’ambito del progetto ‘HAND – Hepatitis in Addiction Network Delivery’, il primo progetto pilota di networking a livello nazionale patrocinato da quattro societa’ scientifiche (SIMIT, FeDerSerD, SIPaD e SITD), che coinvolge i Servizi per le Dipendenze e i relativi Centri di cura per l’HCV afferenti a diverse citta’ italiane.
“Ripartire con gli screening e’ fondamentale– ha proseguito Lamartora- soprattutto in questi mesi successivi al lockdown”. Ma quale deve essere l’impegno del nostro Paese per garantire una continuita’ nelle terapie per i pazienti con Epatite C? “L’impegno del nostro Paese, in particolare delle Regioni e delle aziende sanitarie- ha spiegato Lamartora- deve essere quello di trasformare i Servizi per le Dipendenze in centri prescrittori, con la possibilita’ per l’infettivologo o il virologo del Ser.D. di prescrivere direttamente un piano terapeutico. In questo modo si velocizzerebbero le operazioni di screening e presa in carico del paziente e noi riusciremmo ad aumentare la fascia di popolazione target da ‘trattenere’ in trattamento. Questo, a mio parere, deve essere il principale gol da realizzare a breve termine”. In questo senso il progetto ‘HAND’, mettendo in collegamento i Ser.D. con i centri di cura per l’HCV, si dimostra un valido modello per far emergere il ‘sommerso’, cioe’ tutte quelle persone infette che ancora non sanno di esserlo.
“Il progetto ‘HAND’ sta dando un grande contributo grazie alla sua capacita’ di creare un network tra i vari Ser.D.- ha commentato Lamartora- che gia’ stanno lavorando per screenare la popolazione dei tossicodipendenti, che come sappiamo e’ tra quelle piu’ associate all’Epatite C”. I Ser.D. infatti ricevono “quotidianamente la popolazione tossicodipendente,