Rientro a scuola, i pediatri: “Con sintomi serve tampone e certificato”

ROMA – “Clinicamente è molto difficile distinguere una forma influenzale dei bambini da una patologia da Coronavirus. Per avere una certezza bisogna fare il tampone. Le normative dell’Istituto superiore di Sanità delineano una serie di sintomi che vengono considerati compatibili con la malattia Covid-19. Per il bambino ci sono anche sintomi banali come il raffreddore, e il pediatra può decidere di inserirlo in un percorso che prevede l’esecuzione del tampone. In questo caso, per la riammissione a scuola, sarà necessaria la certificazione della negatività dello stesso”. È il monito lanciato da Rino Agostiniani, vicepresidente della Società italiana di Pediatria (Sip), nel corso della diretta Facebook dal titolo ‘Covid-19, le risposte degli specialisti in vista del rientro a scuola’.

“Per questo motivo- continua Agostiniani- servono test più rapidi, altrimenti il nostro sistema non riuscirà a reggere, perchè ci sarà un numero esagerato di richieste dei tamponi che non consentirà di avere risposte brevi”. Il pediatra spiega anche che, per preparare i propri figli al ritorno in classe, “non servono integratori o immunostimolanti. Importante invece- prosegue Agostiniani- è il vaccino antinfluenzale, soprattutto per le categorie di bambini che vivono una situazione di fragilità con malattie croniche, cardiopatie, diabete e asma grave. Queste categorie sono inserite nei gruppi in cui la vaccinazione è fortemente raccomandata e fornita gratuitamente. Ammalarsi contemporaneamente di influenza e Covid-19 può rappresentare un fattore di rischio rilevante. Nei casi di asma grave, il virus che mi mette preoccupazione è l’influenza, perchè non ci sono dati in letteratura che evidenziano complicanze particolari con il Coronavirus”.

Durante la diretta Facebook sono state rivolte molte domande al vicepresidente Sip. Una mamma, in particolare, ha chiesto se poteva organizzare la festa di compleanno del proprio figlio con i compagni di classe. Agostiniani ha risposto che “nella vita ci vuole buonsenso e spero che la maggior parte dei genitori ce l’abbia. Nel momento in cui si parla di distanziamento fisico, mascherine e igiene delle mani, è chiaro che- sottolinea il pediatra- le situazioni di assembramento sono da evitare”.

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