RIMINI – “Di tutto quello che si dirà- in queste ore, in questi giorni, per sempre- di Sergio Zavoli forse passerà inosservato un fatto apparentemente locale: Rimini è la sua patria. Lo è stata in vita per affetti, lavoro, amicizie, passioni. Lo sarà ancor più da ora in avanti”. Andrea Gnassi, sindaco di Rimini, rende omaggio a Sergio Zavoli, scomparso all’età di 96 anni, annunciando il suo “ritorno a casa”.
LEGGI ANCHE:Addio a Sergio Zavoli, il giornalista aveva 96 anni
Infatti, “questa mattina, con parole delicate e precise, la famiglia mi ha trasmesso il desiderio di Sergio- riferisce- ‘essere riportato a Rimini e riposare accanto a Federico’“.
Nel ricordo del primo cittadino, il suo legame indissolubile con la città romagnola in cui il giornalista è cresciuto e di cui è cittadino onorario: anche se nato a Ravenna “per l’anagrafe”, ricevette infatti la cittadinanza onoraria di Rimini, perché per l’allora sindaco Nicky Pagliarani “si doveva legittimare una situazione di fatto e riparare a una ingiustizia nei confronti di Zavoli stesso e di quanti lo avevano creduto riminese”. Ma è lo stesso Zavoli in un suo racconto a chiamare “casa” Rimini, riferisce Gnassi, citandone la frase ‘Poi mi prese un bisogno struggente di tornare a casa, di tornare a Rimini’. Quindi il ricordo della sua carriera, partita dalle cronache calcistiche da Rimini per arrivare alla Rai, a Roma. Proprio nella Capitale “Sergio Zavoli incontrò la sua compagnia- prosegue Gnassi- l’amico di tutta una vita: Federico Fellini, con cui condivideva sogni, paure e speranze, di gente della provincia che, nella loro opera e nella loro intelligenza, vedeva riconoscersi il mondo. Poi Tonino Guerra, Titta”.
Quindi il suo personale ricordo: “Ci sentivamo spesso”. Con Zavoli, racconta Gnassi, “ci vedevamo con un piccolo gruppo di amici qua a Rimini per un piatto di tagliatelle o qualche pesciolino. Non nascondo di essere particolarmente addolorato, triste, per questa scomparsa, avendo nel cuore di Sergio questo personale impasto di amicizia paterna,