ROMA – La Struttura sanitaria residenziale per la riabilitazione di Poggio Mirteto, in provincia di Rieti, si pone come riferimento per i pazienti del territorio ma anche per il resto della regione che hanno necessita’ di seguire protocolli riabilitativi a seguito di esiti di malattie cerebrovascolari, Parkinson oppure nel post chirugico, come in caso di ricorso ad artroprotesi. In piu’ da settembre la struttura passa da 17 posti letto a ben 57. Per capire quali sono i servizi erogati e i progetti futuri l’agenzia di stampa Dire ha intervistato Marinella D’Innocenzo, Direttore Generale della Asl di Rieti.
– Poggio Mirteto e’ l’unica struttura pubblica nel Lazio gestita dalla Asl di Rieti. Quali sono le patologie trattate e i servizi erogati?
“Poggio Mirteto eroga prestazioni in un regime pubblico ed e’ una struttura pubblica di tipo residenziale ed eroga servizi residenziali riabilitativi, prestazioni ex articolo 26 in tutta la regione Lazio. Le patologie trattate sono molteplici: esiti di malattie cerebrovascolare, Parkinson e parkinsonismi, malattie neurologiche e neurodegenerative, postumi d’interventi di chirurgia ortopedica come artroprotesi di anca e di ginocchio, malattie vascolari periferiche anche con postumi di chirurgia vascolare ed esiti di amputazioni. Inoltre trattiamo anche i pazienti con esiti di malattie croniche come le malattie reumatologiche. La struttura accoglie prevalentemente i pazienti che afferiscono alla Asl di Rieti, ovviamente se ci sono poi posti letto disponibili vengono accolti anche pazienti da altre Asl del Lazio e a seguire i pazienti provenienti dal resto d’Italia. Poggio Mirteto e’ fortemente integrata con l’ospedale e le altre strutture del territorio al fine di assicurare la continuita’ del percorso terapeutico di quei pazienti, in particolar modo che hanno necessita’ riabilitative, dopo la fase acuta. Essendo una struttura intermedia si colloca tra la struttura ospedaliera e presso il proprio domicilio dove prosegue l’attivita’ riabilitativa”.
– Come vi siete dovuti riorganizzare in tempi di emergenza Covid-19?
“Fin dalle prime fasi dell’epidemia sono state poste in essere tutte le misure finalizzate a prevenire il contagio dei pazienti ricoverati. Da subito abbiamo posto in essere il divieto di poter ricevere visite ai pazienti ricoverati secondo le direttive regionali e ministeriali e abbiamo optato per le videochiamate ai parenti.