Nati come musicisti di strada nel 2004 a Perugia, ora sono stabili a Parigi: la storia dei Guappecartò, che hanno dedicato il singolo di punta del loro album alla storia del compositore migrante Sambol
ROMA – L’amore migrante. Da una parte, quello di una figlia per un padre, costretto a lasciare la sua Fiume, devastata dalla guerra, per fuggire in Svezia. E dall’altra quello di un quintetto strumentale, i Guappecartò, nati come musicisti di strada nel 2004 a Perugia, che hanno intrapreso un percorso artistico che li ha portati a Parigi stabilmente, per il desiderio di poter suonare i loro strumenti e condividere la loro musica oltre i confini italiani. È così che è nato l’album ‘Sambol – Amore Migrante‘, da cui è stato estratto il singolo ‘Balkanika’, con tanto di premiatissimo videoclip.
Il singolo Balkanika nasce “da un regalo- racconta all’agenzia Dire Claudio Del Vecchio, fisarmonicista del gruppo- È stato bellissimo, una storia meravigliosa. Una volta, alla fine di un concerto, si è avvicinò una signora, Mirjam Sambol, e ci chiese di suonare dei pezzi del padre. È stato un lungo viaggio di oltre due anni, siamo rimasti sorpresi da questa proposta. Abbiamo approfondito e scoperto Vladimir Sambol, appunto suo padre, uno sconosciuto compositore. Abbiamo preso il suo repertorio e scelto dei brani, che abbiamo rivisitato in qualche caso, in altri siamo stati più fedeli”. Soprattutto in Balkanika “ne raccontiamo la fuga, di quando è partito portandosi solo lo stretto indispensabile, ovvero solo i suoi strumenti. È un amore sconfinato per la musica”.
Un amore sconfinato per la musica c’è anche nei Guappecartò. Nati come musicisti di strada, hanno trovato la loro realtà, il loro ambiente, a Parigi, in Francia: “Avendo una musica strumentale, senza parole, c’è maggiore facilità nel farsi capire da tutti- continua Del Vecchio, per tutti Dottor Zingarone-. I francesi sono appassionati dell’italianità, soprattutto in campo artistico. Noi siamo stati ricevuti in modo elegante. La nostra musica strumentale ci ha permesso di girare tanto in Europa”. La scelta di parlare di migrazione “l’abbiamo fatta per parlare dell’amore migrante. In un periodo in cui si parla di migrazione come qualcosa di negativo, abbiamo messo l’accento su un altro aspetto della migrazione,