ROMA – Quell’inchiostro ferrogallico ‘Pelikan 4001’ dei primi del Novecento utilizzato da Toni Bruno nel suo ‘libro incartato‘ ci porta dritti in un’epoca in cui i pionieri erano eroi contemporanei. È il 22 agosto del 1897, in un alternarsi di vicende tra terra ferma e mare, una nave salpa dal Belgio direzione Antartide, passando per il Golfo di Guascogna e Rio de Janeiro. A bordo un equipaggio di diverse nazionalita’, un capitano e un medico sono al lavoro per una spedizione scientifica ‘alla conquista dell’ultima frontiera del mondo’.
Nessuno immagina la prova estrema a cui saranno sottoposti: rimarranno a lungo bloccati tra i ghiacci della penisola antartica e tra loro c’e’ un marinaio dal destino insolito.
Tra tavole, disegni e il diario di bordo del capitano De Gerlache, il fumettista siciliano rievoca una storia dimenticata.
Toni Bruno ha sempre voluto raccontare storie, ridendo ci ha detto che la prima esperienza di fumetto e’ stata disegnare la Via Crucis alle elementari, ma e’ con i fumetti porno per ‘Coniglio Editore’ che ha venduto le prime tavole. Ci sono poi voluti anni e svariati lavori, dal Mc Donald’s al call center, prima che la sua attivita’ di fumettista diventasse un lavoro a tempo pieno. Ha iniziato a disegnare per Newton Compton Editori ma il primo traguardo nel mondo della nona arte e’ arrivato con ‘Da quassu’ la terra e’ bellissima’ (BAO Publishing 2016). Ed e’ proprio mentre scriveva questo fumetto che si e’ imbattuto in una lettura che ha ispirato il libro incartato: un articolo intitolato ‘La casa su Marte’ e pubblicato da Internazionale il 31 luglio del 2015.
Dopo mesi di studio e approfondimenti l’opera ha preso forma.
Perche’, racconta l’autore: “L’aspetto della ricerca credo che sia la parte piu’ bella di quando inizio a scrivere una storia“.
Prima di lasciarsi andare a licenze poetiche Toni deve infatti ricostruire il contesto spazio temporale di un periodo e conoscerne psicologia, medicina, letteratura.