Piacenza, non solo droga e torture: anche orge ed escort nella caserma dei Carabinieri

PIACENZA – Si intitola “disciplina e onore”, a sottolineare come in realta’ mancassero del tutto, uno dei capitoli dell’ordinanza firmata dal Gip di Piacenza Luca Milani che ha disposto le misure cautelari per i Carabinieri stanziati nella caserma Levante del capoluogo emiliano. In verita’ tutti meno uno, un piantone che al telefono con il padre (pure lui nell’Arma) si disperava invece per le condotte criminali dei suoi colleghi a cui assisteva impotente.

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Nelle 326 pagine dell’ordinanza non ci sono infatti solo i reati di spaccio di droga in piena emergenza Covid, e di tortura per aver ingiustamente privato della liberta’ personale alcuni piccoli spacciatori a averli indotti a suon di botte a cedere lo stupefacente che i militari infedeli poi rivendevano.

Ma emergono anche condotte inserite, scrive il giudice, “nell’ambito di un generale atteggiamento di totale illiceita’ e disprezzo per i valori incarnati dalla divisa indossata“.

E’ il caso di “una serata organizzata all’interno della caserma alla presenza di due donne, presumibilmente escort, con le quali erano stati consumati rapporti sessuali”. Un’orgia, “tenutasi addirittura all’interno dell’ufficio del comandante” e in cui, nella concitazione del momento (“era un bordello” si legge nelle intercettazioni), la divisa dell’ufficiale era stata letteralmente calpestata.

Un ex informatore parla inoltre di una ragazza “ucraina o russa tossica” che quando e’ in astinenza si rivolge all’appuntato Giuseppe Montella (imputato eccellente) che la fa andare in caserma e le da’ la droga dietro prestazioni sessuali. L’informatore racconta ai magistrati anche di altri festini con una transessuale brasiliana.

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I Carabinieri indagati -10 in tutto su 23 persone coinvolte- agivano inoltre nella “convinzione di poter tenere qualunque tipo di comportamento, vivendo al di sopra della legge e di ogni regola di convivenza civile“. Ad esempio, millantando operazioni inesistenti, andavano al bar o al ristorante scattandosi candidamente delle foto.

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