ROMA – È conosciuta anche come ‘otite da piscina’ o ‘del nuotatore’ perché può manifestarsi soprattutto durante il periodo estivo. L’otite esterna, infiammazione acuta della pelle del condotto uditivo esterno, è una patologia frequente che colpisce l’1% della popolazione, con circa 600mila casi in un anno che si concentrano per lo più nei mesi caldi, quando le alte temperature favoriscono la proliferazione dei microbi. Può colpire chiunque, ma di solito è maggiormente frequente tra i nuotatori e i bambini tra i 7 e i 12 anni d’età. Ma come si manifesta l’otite esterna? Per saperne di più l’agenzia di stampa Dire ha intervistato il dottor Carmelo Zappone, presidente dell’Associazione Italiana Otorinolaringoiatri Libero Professionisti (AIOLP).
L’INTERVISTA A CARMELO ZAPPONE DI AIOLP
“Tra i sintomi iniziali che possono far pensare ad una otite esterna c’è una forma di prurito – spiega Zappone – successivamente, se si aggrava, può presentarsi una dolenzia oppure dolori alla masticazione. Nelle forme più importanti, infine, può manifestarsi un gonfiore della parte, febbre, una sensazione di fischio all’orecchio o anche la mancanza di udito dall’orecchio interessato”.
L’otite esterna, nota anche come ‘otite da piscina o ‘del nuotatore’ si manifesta soprattutto d’estate. Quali sono i soggetti più a rischio?
“In estate la temperatura è più alta e questo favorisce la proliferazione dei microbi – risponde Zappone – ma un altro fattore favorente è l’ingresso e quindi il ristagno di acqua nelle orecchie, per cui un nuotatore più facilmente può sviluppare la patologia. Un’altra condizione predisponente potrebbe essere ancora un ristagno di cerume nel condotto uditivo esterno che, intrappolando l’umidità, favorisce il processo infiammatorio”.
E i bambini, quanto possono essere esposti all’otite esterna? “Anche i bambini ne soffrono- dice il presidente dell’AIOLP- ma in realtà rispetto agli adulti producono un cerume, dalla consistenza molto morbida, che ha un’azione protettiva nei confronti della pelle del condotto uditivo esterno. Un eccesso di pulizia e la rimozione di questo film protettivo può esporre più facilmente i bambini a contrarre la patologia”.